Con i denti
- Autore: Kristen Arnett
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2023
Kristen Arnett ha scritto il libro perfetto e non lo dice chi scrive, ma The Washington Post e The New York Times, tra gli altri.
In questo delirio di consensi, dovuti anche al fatto che la storia tra due donne finora non era mai stata narrata in modo così disinvolto, tanto che non sussiste nessun retropensiero che faccia dire: “Ah, se le cose vanno male col bimbo che stanno crescendo è per colpa della loro condizione di coppia sposata ma lesbica”.
Non c’è veramente nessuna attinenza nella vita quieta di questa coppia, narrata in Con i denti (Bollati Boringhieri, 2023, traduzione di Benedetta Gallo). La vita delle due donne diventa sempre più difficile a causa del bambino, nato nell’utero di una delle due, Sammie.
La giovane donna, in seguito alla gravidanza, è passata a un lavoro part-time per fare editing ai messaggi scritti da politici, amministratori delegati: insomma, tutte persone che non hanno un minuto di tempo per rimediare a un ostinato analfabetismo di ritorno. Mentre l’altra moglie, Monika, ha scelto una vita più consona all’immagine stereotipata che abbiamo di una lesbica, ovvero si trucca pochissimo quasi mai, ha i capelli corti e veste abitualmente in giacca e pantaloni, evitando le gonne.
Mentre Sammie, la mamma biologica di Samson, ha i capelli lunghi biondi, che piacciono molto a Monika, si trucca ma senza esagerare, mette talvolta anche le gonne e quando ha finito di lavorare da casa corre a riprendersi il figlio, che è perennemente imbronciato e mangia solo schifezze.
Sammie sente che sta sprecando il proprio tempo per addomesticare un impossibile bambino, mentre Monika, la sera, trova la sua bella cena pronta e una parvenza di tranquillità dopo che Sammie ha messo in ordine e Samson è già a letto.
Sammie si ritiene una mamma incapace, perché non riesce a capire perché suo figlio sembra essere impermeabile alle tenerezze, agli abbracci e verso gli altri bambini della sua età non prova nessun aggancio emotivo. Il problema relazionale del piccolo si acuisce tanto che le due mamme vengono avvertite di un possibile problema "emotivo" di Samson.
Nel frattempo Sammie resta indietro, non ha più il tempo per leggere, conduce una vita sociale limitata e quando arriva il nuoto nella vita del figlio si ritrova a essere anche una autista tuttofare: ora deve portare il bambino a casa, andare a nuoto, riportarlo a casa, farlo mangiare e prepararlo per la notte.
Insomma, senza che se siano accorte le due donne si trovano a condurre una vita molto simile alle coppie eterosessuali degli anni Sessanta.
Tra le due è Monika che detiene il potere economico, tanto che Sammie non ha carte di credito sue, perché il conto è in comune, e se solo volesse Monika saprebbe tutti gli spostamenti di sua moglie, tutte le spese, anche dell’acquisto di un pacchetto di patatine.
A Sammie è rimasto un bimbo che le rende la vita impossibile, ma al contempo lo sente solo suo. È lei che lo ha portato fino al nono mese, è lei che sa quanto è disastrosa la vita di Samson, è lei che lo porta a nuoto e si ferma in piscina in compagnia delle altre mamme, prima di tornare nella loro bella casa, il cui mutuo è pagato interamente da Monika. Ma è anche vero che è Sammie, quando tutto si complica, a sognare del sesso occasionale con un’altra ragazza e a pensare a degli stratagemmi per dei tradimenti veloci.
Il desiderio di tradire è alimentato dalla convinzione di Sammie di essere ormai diventata una madre e una moglie orribile. E neanche a dirlo, ci saranno delle conseguenze, soprattutto se Monika troverà sulla sua strada un’altra ragazza coi capelli lunghi, non appesantita da una gravidanza, meno intelligente di Sammie e dunque più malleabile.
La vita felice di una coppia arcobaleno è già diventata un inferno privato.
Guardate la fine psicologia, l’ironia e la disperazione di questo breve passo:
Sammie raschiò con le unghie l’etichetta bagnata dalla birra? Quand’è che bisogna dire che si è ancora sposati? Si chiedeva. Al primo appuntamento? Al terzo? Ma no, non è il terzo appuntamento quello in cui si fa sesso? Si trovavano nell’angusto primo piano di un bar alla moda del centro, lontano dalla sua casa lontana di periferia dove le serate erano tutte cartoni di vino e stufati. La donna di fronte a lei, Myra, mostrava i denti scuriti dal vino ogni volta che apriva bocca. Non era proprio attraente eppure Sammie continuava a fissarla chiedendosi come sarebbe stato sentire quei denti appoggiati sulla giugulare.
E che dire di Samson, che è un bambino viziato e instabile. Nella sala d’attesa della psicologa sale su una sedia e toglie tutti i pesci dall’acquario, camminandoci sopra. E il dovere professionale della donna non le consente nemmeno uno schiaffo ben piazzato, pena la fine del suo lavoro perché radiata dall’albo con l’accusa di aver picchiato un paziente.
Queste famiglie gay e lesbo sono uguali a quelle eteronormative, solo hanno il vantaggio di un figlio realmente voluto, non una gravidanza accaduta per caso o per distrazione.
La scrittura della Arnett è piena di sottigliezze, di arguzie, di improvvise malinconie. Ci spinge infine a chiederci: ma perché è così importante l’omologazione, per cui due lesbiche senza figli sono considerate due egoiste, mentre per i gay maschi la paternità ha lo scopo di tenere uno dei due padri lontano dai gay bar?
Kristen Arnett, a ogni modo, non ha ricette e anche se ha costruito un quadro perfetto di questa famiglia, è ben lontana con la sua "ironia gentile" a portare su un palmo di mano gli sbagli di questa famiglia che fino a cinquanta anni fa non era neppure contemplata come possibilità remota.
Ma superato l’impasse, giuridico e culturale, e tenendo a livelli di tollerabilità elevate questa coppia o altre coppie "del genere" ci si rende conto che le famiglie, felici o non felici, sono tutte uguali.
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Con i denti
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