Con la mia valigia gialla
- Autore: Stefania Bergo
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2013
Stefania Bergo ci presenta il Suo libro "Con la mia valigia gialla", pubblicato nel 2013 da 0111 Edizioni.
"Con la mia valigia gialla" è il racconto di un viaggio. Del mio primo viaggio in terra d’Africa nel 2004, da sola, come volontaria in un ospedale rurale del Kenya, il St. Orsola di Matiri. Tuttavia, contrariamente alla classificazione della casa editrice o a quanto si pensi, non è un libro sul volontariato. Il volontariato è solo un dettaglio. La mia intenzione era quella di raccontare un viaggio, una piccolissima parte d’Africa, quella che io ho conosciuto, diversa dalla miriade di altre facce di una terra magica, unica. La "mia" Africa. Ho cercato di raccontarne le usanze locali, i profumi, i colori, i suoni. Le emozioni. E ne ho dato una mia personale chiave di lettura, intervallando ai dipinti della natura spettacolare di cui mi sono innamorata le sensazioni restituite, i messaggi telefonici inviati da Matiri al mio amico Marco, che lui ha conservato a mia insaputa come un diario di aggiornamenti di stato, i pensieri suggeriti dagli eventi quotidiani solo apparentemente banali, le domande che mi sono posta e che pongo a chi vorrà leggere le pagine del mio libro e soffermarsi, come me, a cercare una risposta. Anche se spesso risposte non ce ne sono. E allora più che di risposte si tratta di opinioni. Ecco perché questo libro non vuole insegnare nulla. E’ un semplice mezzo messo a disposizione del lettore per fargli compiere lo stesso viaggio (anche se non sarà mai esattamente lo stesso) senza prendere un aereo, semplicemente con l’immedesimazione. E allora, più che "buona lettura" viene da dire "buon viaggio"!
Con la mia valigia gialla: (Collana Gli scrittori della porta accanto)
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È difficile scrivere di esperienze di viaggio. Perché la scrittura di un diario di viaggio è, come la poesia, un’esperienza di cui quasi tutti abbiamo fatto esperienza diretta. Tutti, verrebbe da dire, sanno descrivere un viaggio.
Perché leggere allora “Con la mia valigia gialla”? Perché questo libro, scritto dall’esordiente Stefania Bergo, ben lungi dal voler ambire ad un posto nell’olimpo della letteratura di genere (che vanta nomi illustri come Chatwin o Goethe), è - prima di tutto - un racconto che gronda umanità.
È la storia di una giovane donna italiana, in Africa per qualche settimana. Una tra tante: poche prospettive, voglia di fare da vendere. Poi… l’incontro col dolore e con la straordinaria esistenza di chi vive, lavora, resiste nell’ospedale missionario di Matiri, in Kenya.
Alcune scene toccano dentro. E non sono paesaggi esotici, ma incubatrici da spegnere perché non c’è tensione elettrica sufficiente. E così scopri che“Con la mia valigia gialla” non è il racconto del viaggio di Stefania. È l’opportunità che ci viene data di ripensare il nostro mondo, le nostre vite, la nostra storia. E d’immaginare quanto straordinario possa apparire un tamarindo addobbato, in mancanza di un abete, a Natale.
Ho letto questo libro come si fa con le cose preziose.
Lentamente.
Lo stile delicato, armonioso e scorrevole dell’autrice mi ha accompagnata in un mondo che non conoscevo.
Come tutto ciò che è nuovo un po’ mi spaventava, le stesse sue ansie iniziali erano le mie.
“Dove andrò? Ce la farò da sola?”
Ma lei è una donna coraggiosa, sa tenere per mano.
Descrive talmente bene i paesaggi - che ogni volta incontra con stupore - che sembra di vederli. E non si limita a restituire delle immagini ma trasmette i profumi di questa terra benedetta e maledetta insieme, la sensazione della sabbia rossa - che non andrà più via - sui piedi.
L’amore che l’autrice prova per questa terra, che cresce minuto dopo minuto, parola dopo parola, non lo si legge: lo si respira.
E poi, fondamentale, l’esperienza umanitaria.
Il legame, forte da subito, con queste persone - brave persone - che diventano subito famiglia per amore del prossimo.
Una famiglia che incoraggia e consola. Unita dallo stesso ideale. Dallo stesso desiderio di fuga dalla banalità del nostro occidente, per rifugiarsi in una verità che è il bene. La semplicità.
L’altruismo.
L’amore.
Un libro che non è un libro ma un dono. Che chiunque dovrebbe leggere. Perché fa bene al cuore. Culla l’anima e a modo suo la consola.
E adesso, pur non essendoci mai stata, mi sembra di sapere cosa sia il… mal d’Africa