Come molti aspiranti docenti già sanno, coloro che non possiedono l’abilitazione e non raggiungono i 3 anni di servizio devono acquisire 24 cfu in materie antropo-psico-pedagogiche e didattiche per poter avere accesso al concorso scuola 2018.
Nonostante le ultime dichiarazioni della Fedeli sul fatto di accorciare i tempi e indire i concorsi scuola quanto prima, il concorso scuola 2018 riservato ai docenti non abilitati e senza 3 anni di servizio subirà probabilmente uno slittamento rispetto alla data ventilata.
Ciò è dovuto soprattutto al fatto che l’acquisizione dei 24 cfu sta comportando ritardi, disorganizzazione e confusione tra gli atenei, oltre al fatto che sempre più realtà formative private stanno approfittando della situazione per creare un vero e proprio business.
Leggi anche Come diventare insegnanti: gli step per il reclutamento. Titoli di studio, FIT e concorso pubblico
24 cfu scuola: i problemi per l’acquisizione
Oltre ai tempi molto brevi previsti per l’acquisizione (ricordiamo che il decreto che ha stabilito tutti i dettagli sul come acquisirli è uscito solamente pochi mesi fa), il Corriere della Sera ha riportato la notizia per cui alcuni degli aspiranti docenti che hanno già conseguito i 24 cfu durante il percorso universitario, sono costretti ad immatricolarsi nuovamente, compilare moduli in cui dichiarano gli esami sostenuti e pagare una marca da bollo per veder riconosciuti i cfu necessari al concorso.
Alcune testimonianze rivelano di aver dovuto subire un costo anche di 200 euro, ma si potrebbe arrivare a 400 o 500 euro visto che il MIUR ha stabilito che sono gli atenei a stabilire le modalità di attestazione.
Il motivo del pagamento è che il MIUR ha deciso che non basta possedere i cfu, l’ateneo deve riconoscere il fatto che la persona in questione abbia conseguito tali crediti e ciò porta al pagamento del servizio ricevuto all’università.
Oltre all’aspetto economico, c’è anche il problema relativo al fatto che molte università non sono ancora riuscite ad organizzare i corsi per l’ottenimento dei crediti formativi e solo il 50% di esse ha pubblicato i bandi, come ha ammesso lo stesso MIUR.
Il problema deriva dal fatto che sono i singoli atenei a dover organizzare i percorsi formativi a causa dell’autonomia universitaria.
Per questo motivo, si prevede uno slittamento del bando per il concorso scuola 2018 a marzo, dopo che la Fedeli aveva affermato che si sarebbe svolto già nel mese di gennaio 2018.
Il business dei 24 cfu scuola
Un ulteriore problema è quello degli enti formativi privati, che approfittano della necessità e della fretta degli aspiranti docenti per metter su un business sull’acquisizione dei 24 cfu, provando a spillare soldi a chi deve acquisirli.
Queste realtà, dunque, hanno iniziato la caccia spietata al reclutamento, promettendo ai docenti di far acquisire i crediti in modo veloce e senza problemi.
Problemi che, invece, molti docenti stanno riscontrando per cercare gli atenei che consentiranno loro di ottenere i cfu, ma anche per farseli certificare (oltre ai costi, molte università non prendono la responsabilità di validare i crediti già ottenuti dagli aspiranti insegnanti).
Una situazione preoccupante, che il MIUR dovrebbe preoccuparsi di regolamentare quanto prima oppure - come molti chiedono - si dovrebbe prevedere l’acquisizione dei 24 cfu all’interno del percorso FIT, che resta un percorso di formazione e, come tale, potrebbe fornire ai docenti gli strumenti per svolgere al meglio la professione.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Concorso scuola 2018: la beffa dei 24 cfu per partecipare
Naviga per parole chiave
News Scuola
Lascia il tuo commento