Molto spesso si sente parlare di veri e propri conflitti generazionali che sorgono per la conquista del potere all’interno di famiglie molto importanti. Tali scontri avvengono perlopiù fra il padre e i figli, e denunciano una conflittualità sempre presente fra le nuove e le vecchie generazioni.
Di tale conflittualità, che nei casi più estremi non consente un ricambio generazionale, gli antichi greci avevano parlato a lungo, soprattutto attraverso i loro miti. Conoscere i miti equivale ad elaborare le parti più profonde di noi stessi, anche quelle che possono spingerci a compiere azioni inopportune.
Gli scontri fra padre e figlio avvengono soprattutto quando non si accetta la caducità della vita umana, ed il fatto che chiunque di noi, prima o poi, dovrà essere sostituito da una persona più giovane. Vediamo quindi come gli antichi greci avevano illustrato tali conflitti, e per far ciò descriveremo alcuni fra gli episodi più conosciuti della mitologia.
Il primo scontro cosmico a carattere generazionale fu quello fra Urano e Crono. Urano era il cielo, e unendosi a Gea, la terra, aveva procreato diversi figli, fra cui Crono. Esiodo, nella Teogonia, descrive come Urano eliminasse sistematicamente i propri figli e, appena nati, li nascondesse con piacere e sadico compiacimento nelle profondità della terra.
Questo episodio esplicita molto bene l’ambivalenza dei sentimenti che si possono provare per i figli: non solo amore, ma anche odio per il fatto che, inevitabilmente, si sostituiranno ai genitori durante il ciclo della vita.
Gea, la madre, era però molto triste nel vedere i propri figli soppressi da Urano, e allora li spinse a ribellarsi. Crono aspettò che il padre si unisse alla madre, e con un falcetto lo evirò. Dal sangue di Urano nacquero diverse creature, fra cui Afrodite.
Crono si unì a Rea, ma anche lui aveva paura che i propri figli potessero sottrargli il potere; per questo motivo, al momento della nascita li divorava. Fu sempre la madre a salvare i figli; infatti, Rea, rimasta incinta di Zeus, decise di mettere in pratica un trucco per salvare il bambino, dando al marito un sasso ben nascosto in una coperta, da mangiare al posto dell’infante.
Quando Zeus crebbe indusse Crono a vomitare i fratelli, e così nacque una nuova guerra cosmica. Fu vinta da Zeus, che fu aiutato dai Ciclopi; finita la guerra, Zeus divise il potere fra sé e i suoi fratelli.
Anche Zeus, a sua volta, volle tutelarsi da un figlio che avrebbe potuto esautorarlo. Stiamo parlando di un eventuale figlio di Meti, una delle sue amate, della cui nascita egli aveva paura perché un oracolo gli aveva predetto che da adulto lo avrebbe spodestato. Per evitarlo, Zeus ingoiò Meti, e questo gli permise di concepire Atena, che nacque uscendo dalla sua testa.
Un altro esempio di invidia per il più giovane è quello fornito da Dedalo, l’architetto che ideò il famoso labirinto di Creta dove venne nascosto il Minotauro. Dedalo viveva inizialmente ad Atene, dove era riconosciuto come l’artista più bravo. Tutti andavano da lui per apprendere l’arte, compreso suo nipote. Tuttavia, quest’ultimo sembrava essere più dotato dello stesso Dedalo, che allora per invidia lo uccise. Dopo il fatto, si trasferì a Creta, dove fu accolto dal re Minosse.
Un’atra vicenda esemplare è quella di Danae, che fu imprigionata dal padre Acrisio, al quale era stato predetto che in futuro il figlio di Danae lo avrebbe spodestato. Zeus si invaghì della bella ragazza, e la fecondò sotto forma di pioggia d’oro. Da questa unione nacque Perseo. Acrisio non ebbe pietà né della donna né del bambino, e chiuse entrambi in una cassa, che poi gettò in mare.
I miti greci descrivono la psiche umana, soprattutto i lati inconsci e bui che facciamo fatica a riconoscere. Da questi racconti emerge che a volte gli adulti ostacolano i giovani, magari senza rendersene conto, proprio per la paura di essere sostituiti. Sempre da questo sentimento scaturiscono tutte le critiche che spesso le vecchie generazioni rivolgono a quelle nuove, dimentiche del fatto che anche loro in passato hanno preso il posto delle persone più anziane.
La paura di essere sostituiti è quindi una costante dell’essere umano, ma sta a noi decidere se superarla, accettando il normale corso della vita, oppure se assecondarla, bloccando in tal modo il progresso e rendendo la società stagnante.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Conflitti generazionali: cosa sono e come vengono spiegati dagli antichi greci
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