L’impatto del lockdown sul comparto editoriale è ogni giorno più tragico. L’Osservatorio indetto dall’Associazione Italia Editori (AIE) per monitorare la situazione delle case editrici grandi, piccole e medie rivela dati preoccupanti: il 31% degli editori ha messo tutti i dipendenti in cassa integrazione e il 9% degli editori indipendenti sta valutando la chiusura entro l’anno.
Particolarmente inquietante è proprio quest’ultimo dato. Sintetizzando: Covid-19 rischia di decimare l’editoria indipendente italiana (letteralmente, se si considera la percentuale di quasi 10% che annuncia la chiusura).
Per questo motivo, il presidente AIE Ricardo Franco Levi ha rinnovato l’invito al governo e al parlamento:
"Il governo e il parlamento devono fare tutto il possibile perché questo non accada".
L’impatto di Covid-19 sull’editoria indipendente italiana è tragico
Secondo le stime AIE, il 35% degli editori ha chiesto ai propri dipendenti di smaltire le ferie non godute, il 34% ha messo alcuni dipendenti in cassa integrazione, il 31% tutti.
La piccola e media editoria è stata messa fortemente in crisi e i dati raccolti tra il 19 e il 23 aprile a essa riferiti sono allarmanti: il 9% degli editori sta valutando la chiusura già quest’anno e un altro 21% la considera probabile. Solo il 23% si sente al momento di escluderla del tutto. In poche parole: Covid-19 rischia di decimare l’editoria indipendente italiana.
Le piccole e medie case editrici, ha spiegato il presidente dell’AIE Franco Levi, non sono solo una parte rilevante del mondo del libro, ma anche una fondamentale componente del pluralismo dell’intero Paese. Perderne una parte comporterebbe:
"un impoverimento dell’offerta culturale, una ferita alla democrazia".
Levi rinnova l’invito a governo e parlamento affinché facciano tutto il possibile perché quanto prospettato non si realizzi. A maggior ragione se considerato che il calo delle pubblicazioni e del fatturato ha raggiunto ormai cifre esponenziali: per quasi un terzo del settore il fatturato è calato in percentuale maggiore del 70%.
Né le vendite online né l’esistenza del formato digitale hanno arrestato il crollo: solo per il 2% degli editori le vendite online sono salite del 40% e solo il 14% dichiara un aumento della vendita ebook superiore al 40%.
Così, i titoli pubblicati dai piccoli e medi editori a fine 2020 saranno il 32% in meno rispetto al consueto. Traducendo la percentuale, si parla di circa 21 mila testi (non copie).
Chi resisterà è ben poco ottimista: una ripresa nella seconda parte dell’anno resta per il 98% un lontano miraggio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il coronavirus si abbatte sull’editoria indipendente: il 9% delle case editrici non sopravvivrà al 2020
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