Cortes il conquistatore del Messico
- Autore: Luigi Lunari
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Cortés il conquistatore del Messico / L’oro, la gloria, il sangue vol. 1
Cortés il conquistatore del Messico / Sotto il segno di Montezuma vol. 2
Cortés il conquistatore del Messico / Il tramonto di un guerriero vol. 3
Il romanzo, diviso in tre volumi, descrive l’epica impresa della conquista del Messico da parte del condottiero spagnolo Hernan Cortes. Riesce a farsi nominare capo di una spedizione di un pugno di uomini. Uomini che prima di essere soldati erano assassini, stupratori e criminali, perché, anche se la sua impresa dovrà portare gloria al cattolico impero di Carlo V, il generale sa che la guerra da condurre dovrà essere spietata, senza scrupoli perché “le vie del Signore sono infinite”. Ed è così che si svolgono i fatti. Gli spagnoli si trovano di fronte agli eserciti del Nuovo Mondo, superiori nel numero, ma surclassati dalle armi di acciaio, dai cavalli e dalle armi da fuoco. Vengono descritte le grandi battaglie e le grandi vittorie di Cortes, ma anche i massacri e i saccheggi ai quali i soldati si lasciano andare. E’ Cortes il protagonista della storia, ambizioso, crudele quando ritiene necessario, cinico, ma an che umano, quando si lascia andare a rimorsi per le persone di cui ha causato la morte. Rimorsi per Montezuma, il fatalista imperatore azteco che, convinto che il generale sia Quetzalcoatl, il Dio che tornava da Oriente, lo accoglie nella sua città. Cortes non è un Dio e i suoi uomini nemmeno, i suoi ufficiali tradiscono la fiducia dell’imperatore e si danno allo sterminio della popolazione, il popolo si rivolta e lapida furioso Montezuma per aver accolto il nemico in casa. Cortes riesce a salvarsi insieme ad alcuni sopravvissuti e ritorna in città da conquistatore dopo aver raccolto nuovi uomini.In seguito alla vittoria il generale si ritrova a gestire la pace e gli ambienti di corte, ben più ostici di una battaglia. I suoi rivali a corte lo screditano e gli impediscono di essere il governatore che ha conquistato e cade in disgrazia.
Un romanzo molto umano e ben scritto, ciascuno dei libri mostra una fase dell’avventura del protagonista, il suo esordio, la continuazione, l’epilogo. Anche se la storia è presentata dal punto di vista dei vincitori, non risulta eccessivamente faziosa. A volte Cortes, cattolico credente, è presentato come un crociato, ma le descrizioni dei massacri che ordina o permette risultano volutamente dissonanti rispetto con tale figura. Se dalla parte degli spagnoli vengono descritti i saccheggi, le torture, l’ipocrisia e l’avidità di alcuni religiosi al loro seguito, dalla parte opposta vengono descritti i sacrifici umani, nonché il dispotismo dell’impero azteco, dispotismo che spinge molti suoi ex-vassalli a schierarsi con gli spagnoli. La storia viene vista anche dall’altra parte della barricata, dalla parte di Montezuma, l’imperatore-Dio che si oppone blandamente alla penetrazione dell’esercito spagnolo nel suo impero, dato che crede che sia destino che debbano arrivare; diversa la reazione dei suoi parenti, del nipote Guahtemotzin, che si oppone all’inerzia dello zio e che difenderà il suo popolo nella battaglia finale, opponendosi fieramente fino alla fine.
Forse è lui il personaggio che ne esce nella maniera migliore. Montezuma è fatalista e debole, un burattino nelle mani dei suoi sacerdoti e di quello che pensa sia il volere divino, Cortes va fino in fondo alla sua sanguinosa avventura, vince con l’astuzia e la spietatezza, ma non ottiene da Carlo V il regno che ha conquistato e muore alla fine del libro di una morte ingloriosa, ben lontana dai successi ottenuti nel Nuovo Mondo. Guahtemotzin, anche se soccombe, non è legato alla religione del suo popolo, né vuole la gloria personale, vuole solo salvare l’impero che ha ereditato e combatte fino all’ultimo per cercare di preservarlo.
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Ho già scritto dei primi due romanzi della triologia, ed ora che ho concluso di leggerla do la mia opinione anche su questo.
Il libro non è brutto e contiene molte nozioni storiche interessanti, è scritto sufficientemente bene e devo ammettere che scorre anche abbastanza. Aggiungo però che proprio non riesco ad apprezzare l’"eroe" cortes, anzi la mia simpatia nonostante tutto continua ad andare al popolo sottomesso, raggirato e sterminato da una banda di reietti poco di buono assetati solo di fama e ricchezze. Certo mi si dirà che la guerra è guerra, la colonizzazione, la chiesa..... e via dicendo, ma rimango ancora più fermamente dalla parte delle vittime, e mi dispiace solo che non abbiano avuto la possibilità di rivolgere le cose a loro favore.
Di: inquietudinedikobal