

Se questo sinistro venerdì 13 vi fa provare una certa inquietudine, sappiate che esiste persino un termine nella lingua italiana per descriverla: si dice triscaidecafobia e designa proprio la paura irrazionale del numero tredici.
La parola deriva dal greco e pare che affondi le sue radici proprio nella superstizione alimentata dalla cultura popolare. Quindi se la presenza di un tredicesimo commensale vi fa scorrere un brivido lungo la schiena; se anziché scendere al tredicesimo piano con l’ascensore preferite il dodicesimo e poi salire le scale; se il tredicesimo posto in aereo vi getta nel panico e rifiutate - più o meno consciamente - qualsiasi associazione con il numero 13, venerdì 13 compreso, sappiate che molto probabilmente la vostra avversione angosciosa e immotivata per questa cifra ha un nome: triscaidecafobia. È una parola complicata, ma del resto a noi le parole complicate e i termini arzigogolati, contorti e un po’ bizzarri piacciono, vero?
Scopriamo le origini e il significato del termine.
Triscaidecafobia: origine del termine
Il termine “Triscaidecafobia” trae origine da una parola usata nella lingua greca antica: treiskaídeka τρεισκαίδεκα, composta dall’unione di “tredici”, e phóbos, “paura”.
Il termine fu utilizzato per la prima volta nel 1910 dallo psichiatra e neurologo americano Isador Henry Coriat che lo citò nel suo libro intitolato Abnormal Psychology.


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Nel famoso libro l’autore presenta gli ultimi progressi della psicologia anormale e discute i metodi utili per analizzare i fenomeni subconsci e renderli fatti oggettivi. In particolare il dottor Coriat si concentra sullo studio dei disturbi funzionali che, in tutto o in parte, sono dovuti a perversioni degli stati mentali subconsci. La paura irrazionale del numero tredici - ovvero la triscaidecafobia- è uno di questi.
Gli studi di Coriat ebbero un grande impatto e lo psichiatra era considerato un’istituzione in America, fu due volte presidente della Società Psicoanalitica di Boston (1930-1932).
Secondo il manuale fondatore della psicologia moderna, il DSM, le fobie sono paure incontrollate caratterizzate da reazioni di terrore o ansia verso un oggetto o situazione specifici, stati di malessere sproporzionati rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto. La Triscaidecafobia secondo la definizione data dal dottor Coriat è uno di questi. Diventa una vera e propria patologia quando la paura non è più latente ma giunge a inficiare la vita quotidiana, ad esempio se una persona di venerdì 13 si rifiuta di uscire di casa o andare al lavoro oppure ha delle vere e proprie crisi nervose dinnanzi all’apparizione del 13 in banali episodi di vita quotidiana.
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Triscaidecafobia: significato
In realtà la Triscaidecafobia, nel suo aspetto non patologico, è una tendenza molto ben radicata nella società occidentale e nella sua cultura. La superstizione del 13 ci accompagna come un presagio e diventa un sinonimo di malaugurio; tutto ciò è legato a una serie di credenze che hanno origini antiche, religiose e mitologiche, ma non solo.
La paura irrazionale del 13 è forse dovuta al fatto che è un numero dispari e non divisibile e succede direttamente al dodici - numero pari, divisibile per due e per tre, per quattro e per sei - che viene designato spesso come “numero perfetto”.
La principale ragione della sfortuna imputata al 13 sarebbe dunque dovuta alla sua infelice posizione nell’ordine numerico e alla contrapposizione con la perfetta simmetria - e divisibilità - del 12. Questa convinzione potrebbe agire, anche in modo latente, nel nostro inconscio come testimonia appunto la triscaidecafobia.
La cosiddetta paura del 13 avrebbe ottenuto un largo riscontro in ogni latitudine e longitudine. Diverse compagnie aeree avrebbero eliminato del tutto il 13 come posto a sedere; in alcuni edifici il tredicesimo piano non esiste, ma è sostituito dal 12 b o da un 12 a, oppure utilizzato come ripostiglio negli hotel che si rifiutano di avere una stanza numero 13.
Insomma, si è notato che triscaidecafobia ha un impatto non indifferente nelle scelte delle persone, non solo in quelle considerate scaramantiche: il marketing ha fatto di questa “fobia inconscia” un vero e proprio credo, eliminando i numeri 13 e 17 da gran parte di prodotti, pubblicità, eventi perché essi influenzano negativamente la capacità di acquisto.
Nella lingua italiana esistono inoltre delle parole anche per designare altri generi di fobie, sempre legate a una certa superstizione: la paura specifica del venerdì 13 è detta parascevedecatriafobia, mentre la paura del martedì 13 è la trezidavomartiofobia, quest’ultima radicata soprattutto in Spagna, Grecia e nei paesi latinoamericani. A ben vedere però la fobia del martedì è anche molto italiana, come recita un famoso proverbio:
Né di Venere né di Marte, non si sposa non si parte.
Quanto alla paura del numero 13, la cosiddetta triscaidecafobia, siete proprio sicuri di esserne del tutto immuni? Dite la verità, quando incrociate il famoso numero, oppure vi viene assegnato casualmente in un gioco o per un concorso, automaticamente pensate “Oh, 13, ma che sfortuna!”. Ora a questo pensiero potete dare un nome: si chiama triscaidecafobia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cos’è la triscaidecafobia, la paura irrazionale del numero 13
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