La direttiva sul copyright è stata approvata con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astensioni e anche il tanto criticato articolo 11 ha ricevuto il sì da parte della Commissione europea. Wikipedia a luglio 2018 aveva protestato contro questa nuova norma e per ben 24 ore aveva oscurato le proprie pagine web.
La norma ha ricevuto immediatamente critiche da ogni parte ed è stata soprannominata linktax, dal momento che per questo tipo di menzione si dovrebbe passare a pagare all’editore un compenso.
La linktax quindi potrebbe limitare la libertà di espressione e dare ancora più problemi agli editori. La proposta nasceva per riuscire ad arginare lo strapotere di Google e per la precisione lo strumento News. Google News organizza contenuti e informazioni in modo che siano fruibili agli utenti in modo gratuito, creando una sorta di giornale con le principali notizie del giorno e sezioni tematiche.
L’idea è quindi quella di mettere una tassazione per la condivisione di articoli, inserimento di parti di testo estrapolate da fonti varie e inserimento di link interni che rimandino alla fonte.
La direttiva andrà ad impattare sulle grandi piattaforme e sui colossi digitali, mentre non toccherà le piccole e micropiattaforme, che invece dovranno percepire un compenso dai colossi. La norma approvata in data 12 settembre è molto diversa da quella che invece era stata bocciata nei mesi scorsi e come precisa l’europarlamento le modifiche:
mirano a garantire che i creativi, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori e giornalisti, siano remunerati per il loro lavoro quando questo è utilizzato da piattaforme di condivisione come YouTube o Facebook e aggregatori di notizie come Google News.
La norma non colpirà inoltre i collegamenti esterni, hyperlink, che vengano inseriti nel testo con parole individuali, che potranno essere descrizioni di testo a scelta del giornalista.
Si dovrà invece percepire un pagamento, distribuito tra giornalista ed editore, nel caso in cui il link sia accompagnato da parole presenti nel testo citato. Tra le novità vi è anche l’esclusione di Wikipedia e le piattaforme di condivisione di software open source non saranno interessate da questa legge.
Altro elemento che verrà tassato saranno gli snippet, ossia le stringhe di testo che compaiono per descrivere l’articolo e il suo contenuto. L’utente in molti casi arriva su Google News, legge la piccola parte di testo che risulta visibile, ma non clicca poi sulla notizia. Questo per l’editore risulta una perdita dato che il mancato click non genera guadagno pubblicitario, mentre per Google è un punto a favore.
Il motore di ricerca immagazzina infatti i dati di navigazione dell’utente che aumentano il suo archivio di big data.
Al momento non è chiaro in che modo potrebbero reagire i colossi digitali, ma certamente Google News e gli altri aggregatori di notizie dovrà trovare una soluzione a norma di legge così da continuare ad operare anche in Europa.
Cosa prevedono l’articolo 11 e 13 della normativa?
Particolarmente dibattuti sono gli articoli 11 e 13 della direttiva sul copyright che sono stati presi d’assalto e accusati di limitare la libertà di espressione. L’articolo 11 prevede che siano stipulati accordi di licenza equi e appropriati con i titolari dei diritti.
In sostanza le piattaforme come Google, Facebook e Youtube dovranno trovare un compromesso con gli editori che da tempo lamentano lo sfruttamento dei propri contenuti. La normativa precisa che gli editori ora dovranno percepire dei guadagni consoni ed equi.
Articolo che desta molte preoccupazioni è il numero 13 che viene accusato di introdurre limitazioni alla libera circolazione dei contenuti. Questo punto prevede che le piattaforme online effettuino una sorta di controllo su tutto ciò che viene caricato dai loro utenti, così da escludere la pubblicazione di contenuti protetti dal diritto d’autore. L’idea è che ogni editore si doti di una sorta di “Content ID”, tecnologia utilizzata da YouTube, ormai da anni, per evitare che i video caricati violano il copyright sul suo sito.
Viene precisato inoltre che enciclopedie online, come ad esempio Wikipedia, non saranno interessate dall’articolo 13.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cosa cambia con l’approvazione della direttiva sul copyright?
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