Cosa significa redivivo? Origine e quando si usa

Tutti ricordiamo la lotta all’oscar di Leonardo DiCaprio, finalmente vinta ormai cinque anni fa con il film Revenant, basato in parte sul romanzo Revenant. La storia vera di Hugh Glass e della sua vendetta di Michael Punke. Tradotto in italiano con redivivo, il titolo ha riportato attenzione su una parola che sicuramente abbiamo sentito più volte, ma di cui forse ignoriamo l’origine etimologica. Scopriamo insieme cosa significa e da dove deriva l’aggettivo redivivo.

Redivivo: etimologia

L’aggettivo redivivo deriva dal latino redivivus (da redire + vivus, letteralmente tornare vivo) e significa risorto, tornato in vita. La sua accezione originaria faceva riferimento all’ambito architettonico e indicava qualcosa di restaurato/rinnovato dal punto di vista materiale. In epoca cristiana, però, la parola ha acquistato una nuova accezione e si è trasformata in risuscitato, da cui si è sviluppato il significato che redivivo ha ancora oggi.

Quando si usa?

La parola redivivo è particolarmente diffusa anche in letteratura. Un esempio emblematico è sicuramente quello di Mattia Pascal, protagonista del romanzo di Luigi Pirandello Il fu Mattia Pascal. Dopo aver deciso di abbandonare i panni di Adriano Meis, con cui si era creato un’identità completamente nuova, Mattia torna a casa, dove tutti lo credevano morto.

"Non voglio descrivere quel che seguì [...] quando don Eligio, ancor tutto esultante, mi presentò redivivo".

Che Mattia Pascal fosse morto per i suoi amici e parenti era una certezza, ma la parola redivivo può anche essere usata in tono meno serio per indicare scherzosamente qualcuno che si fa rivedere o risentire dopo tanto tempo.
Non solo: redivivo infine può anche non essere riferito a una persona e indicare il ritorno di una passione o di una moda che si ritenevano ormai esaurite o dimenticate.