

Dal Macerone a Gaeta. L’ultima difesa delle Due Sicilie
- Autore: Giovanni Pede e Luca Esposito
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Dal Macerone a Gaeta (Cosmo Iannone Editore, 2024, pagg. 209), con sottotitolo L’ultima difesa delle Due Sicilie, è l’ultimo saggio di Giovanni Pede, ingegnere meccanico e appassionato di storia, e di Luca Esposito, paleografo e archivista, in cui si tratta l’ultimo tentativo dell’esercito borbonico di difendere il Regno dall’avanzata dell’esercito sardo-piemontese. È un ulteriore modo per rileggere la storia dalla parte dei cosiddetti “vinti”.
Gli autori, con una dovizia di particolari, si sono proposti di approfondire alcuni aspetti di storia militare ricordando giustamente tanti fedeli “soldati del Re”, incentrando la loro analisi sul periodo che va dal 12 ottobre 1860, giorno risolutivo per l’intervento armato sardo-piemontese, alla metà del mese successivo (è anche il periodo dell’incontro di Teano, esattamente a Taverna della Catena, tra Giuseppe Garibaldi e il Re Vittorio Emanuele II del 26 ottobre 1860).
Nella prima parte del saggio, Giovanni Pede e Luca Esposito analizzano, praticamente giorno per giorno, gli svariati scontri nella zona che si estende dal valico del Macerone, nei pressi di Isernia, fino all’assedio finale di Gaeta del 12 novembre 1860. Gli autori dimostrano giustamente che l’esercito regio non era un esercito di stranieri e di mercenari, ma di uomini disposti a sacrificare le loro persone al servizio del Re, e cioè da quando Francesco II se ne mise a capo dopo le dimissioni del Governo Costituzionale Napoletano.
Ed è qui che, come si legge sulla quarta di copertina,
L’irresolutezza dell’alto comando napoletano, cui fu estraneo lo stesso Re nell’ingannevole speranza in un aiuto francese, rimandò lo scontro definitivo con l’Armata Sarda fino a che fu troppo tardi e tutto compromesso in una settimana o poco più.
E si concluse a Gaeta, una fortezza non più all’altezza di un assalto duro e con cannoni di grande gittata.
La seconda parte del saggio è un attento e preciso elenco della Cavalleria, della Guardia Reale, dei Reggimenti di Fanteria e dei Battaglioni dei Cacciatori, con gli svariati nomi dei soldati.
La terza parte, infine, è dedicata alla società civile molisana, con un attento riferimento ai “patrioti del sud”, cioè comunemente chiamati “briganti”, e quindi dei problemi di sempre del Sud anche con l’affacciarsi del Novecento.
Dal Macerone a Gaeta è un saggio molto documentato, preciso e con una ricca bibliografia e note esplicative. Terminava così, a Gaeta (poi forse più tardi anche a Civitella del Tronto) una millenaria dinastia ed un esercito.
Dice al riguardo lo storico e professore Giuseppe Galasso:
[…] pure avevano profonde radici a Napoli e che, dopo tutto, sostenevano, nel 1860, la causa della più che sette volte secolare unità e indipendenza del Mezzogiorno.

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