Dark Florida
- Autore: John Brandon
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2012
Come dice lo stesso titolo, “Dark Florida” dell’esordiente-rivelazione statunitense John Brandon ci mostra “l’altra faccia” della Florida, la sua metà oscura fatta d’immagini, suoni, odori, colori e paesaggi mai vissuti neppure di seconda mano, attraverso i film e i telefilm statunitensi che ci rimandano sempre la stessa immagine stereotipata di una East Coast patria del surf, regno degli hotel di lusso e dei parchi divertimento.
A metà tra un giallo piuttosto anomalo e un romanzo di formazione, il libro scorre lento, senza colpi di scena significativi né momenti di azione intensa: si tratta di un effetto voluto, teso e straniante, caratterizzato da un ritmo altalenante ma sempre esasperatamente pacato, anche quando narra eventi d’indicibile orrore.
Magistrale è il tocco dell’autore: Brandon, infatti, è uno di quei rari scrittori che riesce a essere crudo e al tempo stesso lirico, a commuovere e ad esasperare nello spazio di poche righe, mantenendo focalizzata l’attenzione sui caratteri dei personaggi più che sugli eventi.
Il vero talento di Brandon e di questo suo primo romanzo, infatti, sta proprio nell’introspezione psicologica, in un dedalo di personaggi principali e secondari creati ad arte per scuotere e far riflettere il lettore, esasperati soprattutto in quei caratteri che ne rivelano l’immensa fragilità, l’apatia e una noia strisciante, che si fa strada lentamente ma inesorabilmente, contaminando i sogni e ogni genere di futura speranza. Del resto, nella contea di Citrus, situata nell’entroterra aspro e selvaggio dello stato della Florida, dove la natura la fa da padrone, i sogni e le speranze fanno presto a morire, soffocate sul nascere come germogli in pieno inverno.
Lo sa bene Toby McNurse, quattordicenne inquieto e apatico, caratterizzato da una ribellione sorda, tanto più pericolosa quanto più silenziosa giorno dopo giorno, e lo sa bene uno dei suoi professori, Himba, che a soli trent’anni ha raggiunto la piena consapevolezza del suo essere un fallito, un impotente incapace di dare un senso alla propria esistenza, incapace perfino di far del male, perché tutto ciò che è eclatante, notevole, o anche solo spregevole, non è nelle sue corde.
Himba sa che la sua condanna consisterà in giorni, mesi e anni trascorsi in maniera sempre uguale, mattinate spese esercitando un mestiere che detesta – quello dell’insegnante appunto –, tra alunni che al tempo stesso compatisce e disprezza, in un mondo di provincia che sembra lontano anni luce da quello in cui scorre la vita vera, in cui la gente agisce e non si limita a occupare invano il suo tempo in attesa della vecchiaia.
Brandon ci regala uno squarcio assolutamente inedito della provincia americana, e lo fa con un candore, con una semplicità che sottolinea emblematicamente lo squallore, la desolazione di una terra in cui il mitico “sogno americano” non si è mai realizzato per nessuno, né mai si realizzerà.
Un romanzo malinconico e sofferto, che racconta ciò che nessuno mai racconterebbe.
Dark Florida
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