Dentro
- Autore: Sandro Bonvissuto
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2012
Pubblicato da Einaudi nel 2012, Dentro è una raccolta di tre racconti, in cui un uomo racconta tre fasi della sua vita andando a ritroso nel tempo:
- si comincia dall’età adulta in cui è un uomo ed è in prigione,
- nel secondo il protagonista è un adolescente e va a scuola,
- nell’ultimo è un bambino che ancora non sa andare in bicicletta.
Personalmente, è da molto che non leggevo qualcosa del genere. Su ogni pagina in alto c’è stampato in stampatello il nome dell’autore Sandro Bonvissuto. E chi è? Un nuovo. Mi affascina che sia “un nuovo”, mi piace che abbia dedicato il libro ai suoi due figli, che sia laureato in filosofia e che faccia il cameriere in una trattoria, che sia di Roma e che sia grato al lavoro di editing che è stato fatto su questa sua prima graditissima raccolta di storie.
La simpatia dell’uomo che ha scritto non sarebbe niente se Dentro non fosse veramente uno splendido esempio di come si può davvero dire molto con poco. Paragrafi e frasi brevissime. Togliere, togliere e togliere. Assenza di minimalismo e manierismo. Woh.
Nessuno spargimento di sangue. Nessuna espressività esasperata.
Il talento di Sandro Bonvissuto è mirabile soprattutto nel primo racconto Il giardino delle arance amare, in cui ritroviamo la descrizione della quotidianità della vita in carcere, la carenza di spazio, i pochi oggetti disponibili, la noia, gli altri, quelli come te, i compagni di cella, o di ballatoio, le guardie, l’avvocato, le poche attività. Il lettore non sa nemmeno come mai chi parla sia finito lì, ma lui- di cui non sappiamo nemmeno il nome- è le nostre orecchie, il nostro naso, la nostra bocca, i nostri occhi e anche la nostra coscienza là dentro.
Questi racconti sono di poche parole, di pochi dialoghi, di rarissime azioni, di descrizioni centellinate, due o tre tratti ma ultraprecisi; sono invece racconti di pensieri fugaci, di sensazioni, di significati nascosti nelle profondità dei misteri mai del tutto rivelati ma solo in parte intuiti, percepiti.
Insomma, qualsiasi discorso su Dentro si rivela quasi peccaminoso: questi racconti vanno letti e diffusi, perché Sandro Bonvissuto è davvero bravo.
Sandro Bonvissuto è un bravo scrittore. L’ho già detto?
Dentro
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“Ma lo dice perché è stato dentro?” “Ma chi se ne fotte perché è stato dentro?” Dentro è dentro, è il silenzio, è la cella con un buco per pisciare e i panni appesi ad una cordicella che non si può avere, è una libreria vuota tranne per il Don Chisciotte senza copertina e a cui mancano delle pagine, è IL MURO, il più spaventoso strumento di violenza esistente che non si è mai evoluto, perché è nato già perfetto; dentro è una diarchia nata per caso, o per forza, o per fortuna; dentro è non lo so; è la solitudine in una collosissima giornata d’estate; dentro è lo sguardo di un figlio che incontra lo sguardo di un padre e trova il senso ad un’infintà di cose; dentro è un giorno, un’ora, una storia.
Non ho nient’altro da dire su questo libro, se non che non mi sentivo così, come quando ti assestano un bel pugno nello stomaco e ti manca il respiro per un sacco di tempo e ti gira la testa e vedi solo un miliardi di puntini ballare davanti ai tuoi occhi da molto, molto tempo, dai tempi di “Dio Taglia 60″ di Gianluca Merola. Finisci di leggere un libro, lo chiudi, te lo tieni un po’ stretto sulla pancia e con la testa te ne stai lì a galleggiare in una dimensione parallela e quasi ti dimentichi di respirare.