Sicilia. Isola della salute. Dalla tubercolosi nell’Ottocento al Covid-19 nei giorni nostri
- Autore: Alberto Maringhini
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Sicilia. Isola della salute. Dalla tubercolosi nell’Ottocento al Covid-19 nei giorni nostri (40due Edizioni, 2023) è un saggio sulla salute scritto da Alberto Maringhini, che prende in esame un periodo storico compreso tra l’Ottocento fino ai giorni nostri. Nelle sue pagine si affronta un tema che rimane sempre di attualità quale è quello della salute e dei suoi determinanti, prendendo in esame disamine obbiettive.
L’autore ha una sua solida esperienza personale, essendosi formato alla Mayo Clinic di Rochester negli Stati Uniti, una delle più grandi strutture sanitarie del mondo. Qui ha condotto ricerche su diverse fonti, individuando nel mondo quali erano i luoghi più salubri per i malati di tubercolosi. La Sicilia veniva eletta come luogo della salute per eccellenza, in specie Palermo e Villa Igea.
Alberto Maringhini è un medico valente, primario ospedaliero, animato sempre da curiosità e interessi; ha inoltre condotto ricerche in Biblioteca su riviste specializzate nei vari settori della medicina. Nel corso di queste ricerche e approfondimenti, si è imbattuto in un articolo della rivista inglese “The Lancet” che parla di un’indagine condotta da una Commissione che venne istituita per venire in Sicilia. Si voleva verificare che quello che veniva allora diffusa come notizia corrispondesse a verità, cioè che la Sicilia fosse realmente un luogo importante dove curarsi, specie in quel periodo, dalla tubercolosi che imperversava mietendo un gran numero di vittime.
La tubercolosi era molto diffusa e alcuni nobili, come pure dei ricchi imprenditori siciliani tra cui Mazzarino, Whitaker e Florio, chiesero alla Rivista “The Lancet” di documentare la situazione nell’isola in ragione delle migliori condizioni climatiche per le quali quella patologia mostrava una minore aggressività. Si era istituita nel 1897 un’apposita “Associazione pel bene comune” che doveva analizzare queste condizioni favorevoli della Sicilia, che la rappresentavano, come recita il titolo di questo interessante libro, una vera e propria “Isola della salute”.
Un libro particolare, questo di Maringhini, che indaga in senso scientifico ma che si può leggere anche come un approfondimento delle condizioni non solo sanitarie ma anche economiche, antropologiche e sociali della Sicilia di fine Ottocento. Si vengono infatti a conoscere aspetti poco conosciuti, come le piante anche medicinali che vi erano all’Orto botanico, tra i più grandi d’Europa, oppure come Goethe descriveva l’arrivo a Palermo osservandola da Monte Pellegrino, il magnifico promontorio che sovrasta la città. Questi era guardato come una grossa pietra fantastica, viste le variazioni di colore cangianti secondo la luce solare che lo rendono un luogo magico.
Non si parla nel libro solamente degli aspetti benefici del clima sulla tubercolosi, essendosi accertato che vi era una mortalità più bassa, ma degli aspetti anche geografici della Sicilia, intesa come terra di mezzo tra l’Europa e l’Africa, in aspetti poco esplorati e manifesti.
Un aspetto che incuriosisce è quando si parla del clima della Sicilia come tonico e sedativo insieme. Vi sono località dove il clima rende più tonici mentre in altre è invece rilassante o addirittura sedativo. La commissione che venne in Sicilia analizzò, con uno studio approfondito, l’aria e l’acqua, tutti dati che l’autore riporta nel libro insieme al risultato di tutte le ricerche compiute, anche sulle acque minerali, il terreno e le piante. Quello che epidemiologicamente viene confermato, è la circostanza di essere minore, per la tubercolosi, sia l’incidenza che l’indice di mortalità, e tale situazione si è ripetuta nel caso dell’ultima epidemia da COVID 19. Si tratta per entrambi i casi di malattie polmonari, e in specie l’epidemia del COVID-19 ha mostrato, in Sicilia, una mortalità dimezzata rispetto alla media nazionale. Si tratta dunque di una ricerca antica che ha però riflessi sull’attualità mostrando, così conclude l’autore, come la Sicilia si possa proporre oggigiorno come isola della salute.
Il libro tratta dell’ultimo decennio dell’Ottocento, in cui la situazione economica siciliana era disperata; si moriva per fame e i bambini lasciati alla ruota erano in numero considerevole. La “Associazione pel bene economico” voleva realmente migliorare l’economia dell’isola anche per prevenire disordini sociali come rapine o sequestri, oltre che per nobili sentimenti di solidarietà verso i poveri.
La tubercolosi era la prima causa di morte nella popolazione occidentale e l’età media di chi moriva era di trenta anni. Una patologia quindi che colpiva, al contrario del COVID, i giovani nella loro piena energia e vigore, costituendo un fatto drammatico anche per i riflessi sociali come pure per lo sviluppo della società e della sua popolazione.
La Sicilia, già dal 1845, era talmente nota per essere una regione favorevole per chi soffriva di tubercolosi, tanto che lo Zar Nicola vi condusse la moglie Alexandra, malata di questa patologia, insieme alla Corte e al medico personale. Nell’isola, in una villa all’Olivella a Palermo, trascorrerà l’inverno, ospite di un’aristocratica russa sposata con un nobile palermitano. Ma non furono questi i soli ospiti di riguardo, arrivando in Sicilia anche re Giorgio di Inghilterra, come viene fotografato nella copertina del libro, che si trova a Villa Igea nel 1908, pochi anni dopo la pubblicazione del primo articolo dedicato alla Sicilia. La Sicilia era già di moda, e chi ne aveva le possibilità economiche veniva qui a trascorrere i mesi invernali in ragione della certificazione della Rivista “The Lancet”.
L’incaricato della rivista si innamorò della Sicilia, come emerge dagli articoli che pubblicò. Vi è un’introduzione storica dove la Sicilia viene indicata, a differenza delle altre isole del Mediterraneo, nel corso dei secoli la terra più ambita, a iniziare dai Fenici, ai Romani, agli Arabi, agli Spagnoli e agli americani. La Sicilia non solo come terra di conquista e oggetto dei desideri, ma terra piena di bellezze già evidenziate in passato da Omero, Virgilio, Goethe e Pindaro, che parla di Agrigento come la città più bella del mondo.
La Sicilia aveva al suo interno parecchi boschi che in gran parte furono distrutti dai Vandali, che utilizzarono la legna per costruire le loro navigazioni, e anche dai contadini siciliani per dare spazio alle colture intensive. Il rapporto compie un’analisi comparativa, con il clima, di importanti altre località, resort e stazioni climatiche tra le più popolari dell’epoca come la Costa Azzurra, il Cairo, le Canarie e anche le stazioni termali. Si verifica come in Sicilia vi era, per temperatura e valori di umidità, un aspetto climatico complessivo più favorevole. Nel rapporto si parla anche delle condizioni igienico-sanitarie di certo carenti, ma allora non di più di qualche altra città o metropoli europea. Erano state esaminate inoltre le acque, quelle dei grandi bacini come pure quella delle fontanelle; difatti il rischio di contrarre malattie gastroenteriche era maggiore che altrove e il tifo era molto diffuso.
In tre anni Ignazio Florio fece costruire Villa Igea con 700 operai e il “Lancet” dedica tutto un articolo all’apertura di questa splendida clinica con la terapia del professor Vincenzo Cervello, che era il clinico medico dell’Università, il primario di Medicina del Civico di Palermo, oltre che medico della famiglia Florio. Questi in quegli anni aveva scoperto una nuova terapia che aveva proposto al mondo scientifico. Sulla scorta della salubrità del clima, l’isola potrebbe ritornare ad essere meta di turismo “sanitario”, proponendosi per ospitare nei mesi invernali i fragili, gli anziani, i malati cronici; riempiendo gli alberghi e aumentando le capacità ricettive, si potrebbe ottenere un turismo qualificato a beneficio dell’economia di tutta l’isola.
Alberto Maringhini riporta significativamente una frase tratta da un’opera di Goethe del 1795:
Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro,
Una brezza lieve dal cielo azzurro spira,
Il mirto è immobile, alto è l’alloro!
Lo conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O amato mio, con te vorrei andare!
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