Dietro il velo di Jean P. Sasson

Ignorata dal padre, disprezzata dai fratelli e maltrattata dal marito.
Il destino inesorabile della donna araba nella confessione, sotto pseudonimo, di una principessa saudita alla giornalista Jean P. Sasson.

Scostando un poco il velo dietro il quale resta celato il volto e sepolta la sofferenza della donna araba, "Sultana" racconta, attraverso le parole dell’autrice e giornalista americana, la propria storia e insieme anche quella di tutte le altre mogli, figlie e madri saudite.
Una voce sofferente e malinconica, ma piena di un coraggio immenso alimentato dallo sdegno nei confronti di un’esistenza in cui l’universo femminile sopravvive, stretto da catene invisibili, in una prigione di terrore.

In un grido accorato di dolore verso una realtà dominata dalla segretezza e dal silenzio, il duro percorso della vita dalla fanciullezza fino all’età adulta viene vagliato con occhi sempre più consapevoli e coscienti dell’ingiustizia subita. Rabbia e disperazione si stagliano sullo sfondo della Guerra del Golfo, un sanguinoso conflitto fra Oriente e Occidente in cui la donna araba intravede una tanto preziosa quanto vana possibilità di riscatto e di cambiamento sociale.

Nonostante gli innumerevoli dubbi fomentati dalle critiche dei colleghi giornalisti, Jean P. Sasson, mossa dalla profonda amicizia che la lega alla principessa di cui raccoglie la testimonianza, si fa interprete del sogno di libertà delle donne arabe dando voce, con "Dietro il velo" (Sperling & Kupfer, 2013), alla ribellione di coloro che, sebbene oppresse, non rinunciano alla fede in un lento, ma continuo progresso umano.