Diversamente ricchi. Via d’uscita da un modello di società creato dal neocapitalismo finanziario
- Autore: Non disponibile
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
“Diversamente ricchi” è il libro a cura di Carlo Patrignani, giornalista economico, che descrive una società più ricca perché diversamente ricca, l’idea utopica di modello di società di Riccardo Lombardi, dirigente del PSI degli anni ‘60.
Lombardi ne parlò la prima volta in un discorso tenuto al Salone Matteotti di Torino il 1° maggio del 1967 affrontando il tema del nuovo capitalismo, in contrapposizione a chi vedeva negli albori del neoliberismo la possibilità di una nuova svolta economica mondiale.
“Oggi il capitalismo è diventato il neo-capitalismo, un capitalismo pianificatore che ha bisogno di una espansione continua dei mercati...”
Alla sua idea di socialismo eretico fuso con le teorie economiche di Keynes, la Human Economy, aderì agli inizi degli anni’70 l’economista Federico Caffè, di matrice keynesiana, che aveva previsto come la Finanza nei governi neoliberisti dell’epoca avrebbe innescato il gioco dei predatori, una profonda crisi economica e sociale, ma non finanziaria. Oggi molti economisti italiani ed internazionali hanno riconosciuto il valore attuale dell’idea di Lombardi come una possibile via d’uscita dalla crisi in contrasto con le misure di austerity. Lombardi descriveva una società laica dal volto umano con al centro la persona, la vita e il suo benessere, “una società fondata sul rapporto interumano e non sulla dimensione economica, rispetto al sistema capitalistico volto alla produzione e consumo di beni a forte profitto.” Un modello che mirasse alla produzione di beni durevoli e al lavoro per tutti, alla piena occupazione, costruendo un sistema produttivo diverso in cui il lavoro venisse ripartito equamente fra tutta la popolazione. Una nuova concezione di progresso e di crescita.
Carlo Patrignani continua la sua osservazione analizzando i successivi anni ’80, ‘90 e 2000 e le rispettive politiche nazionali ed internazionali che ci hanno poi inglobati nella crisi. Negli anni ‘80 il presidente Reagan e la Thatcher consentirono al capitalismo, con le loro leggi liberiste, la via della finanziarizzazione dell’economia ossia “meno Stato e più mercato” e l’allora socialdemocrazia europea non seppe contrastarne la svolta. Senza più regole nell’economia di ogni Paese le Banche, con i loro intermediari, mutarono le loro attività in direzione solo degli investimenti. Il laissez faire divenne la linea di politica economica imposta ai governi dalle istituzioni internazionali (Fondo monetario e Banca mondiale). Lombardi dichiarò che
la prevalenza della finanza nella produzione capitalista con una anemia di investimenti favoriva il cambiamento di rotta dei profitti che invece di essere reinvestiti nel ciclo produttivo venivano occultati o esportati all’estero.
Auspicò delle riforme urgente e necessarie fra le quali l’eliminazione del segreto bancario, ma nulla fu fatto. Il capitalismo finanziario quindi non incontrò resistenze né in Europa e né in Italia, per cui il modello americano del nuovo sviluppo economico voluto dall’asse angloamericano avanzava rendendo l’Europa sempre meno autonoma e indipendente. In seguito la debacle delle forze progressiste negli anni 2000, le successive politiche neoliberiste fallimentari in Europa e l’abrogazione della legge Glass Steagall nel 1999 (la stessa legge che aveva permesso a Roosevelt la risoluzione della crisi del ’29 ponendo sotto controllo la finanza e i mercati) hanno consentito ai sistemi finanziari mondiali di valicare i limiti per poter arrivare ad impadronirsi delle istituzioni erette al loro controllo, i poteri politici. La crisi economica globale pone quindi oggi la priorità di trovare una via d’uscita, una soluzione che possa risollevare le politiche economiche e il welfare dei Paesi, una rivoluzione culturale che Riccardo Lombardi tanto auspicava.
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Complimenti a Teresa D’Aniello per l’ottima recensione.
Chissà, forse anche recuperando le teorie di Federico Caffè.