Doppio omicidio all’ombra del Palatino di Walter Astori

Doppio omicidio all’ombra del Palatino (pagg. 457, Orizzonte Milton, 2024) è un romanzo del giornalista e storico Walter Astori.

60 a. C. del consolato di Lucio Afranio e Metello Cesare.
In una notte Roma viene scossa dalla morte di due uomini molto in vista. L’ex console Silano viene trovato privo di vita nella sua vasca termale privata, mentre l’attore Roscio Gallo viene ucciso in casa propria.
Era all’apice del successo.
Viene chiamato da Cicerone a indagare Flavio Callido, nobile romano di fazione pompeiana ed ex questore, in pieno “cursus honorum”.
Sarà un susseguirsi di colpi di scena, interrogatori, frequentazione del Callido di ex attori, di schiavi, di matrone romane per cercare la verità.
Purtroppo Flavio Callido dovrà mettere da parte i suoi principi, minando le sue certezze e dopo che ha scoperto la verità non si sentirà più lo stesso.
Walter Astori ha intessuto una storia molto avvincente e ben articolata, inventando sicuramente le situazioni, ma rispettando fedelmente la storia romana.
E questo è fondamentale e non facile se non la si conosce bene.
Molto originale scrivere un giallo e ambientarlo nell’”epoca aurea” della Storia e della Letteratura Romana, come amava definirla il grande latinista Ettore Paratore.

È un romanzo che si legge tutto di un fiato perché scritto in una prosa lineare e in uno stile molto fluido.
È, come dicevo, un’opera di fantasia incentrata su un fatto storico realmente accaduto e l’Astori, per esigenze narrative, si è anche preso qualche lieve licenza storica, ma davanti a un bel romanzo è più che perdonato.

Il percorso verso la risoluzione di un delitto per me non è quasi mai lineare, solitamente il momento in cui mi convinco di un’ipotesi è anche quello in cui affiorano i dubbi più disparati. Le mie ricostruzioni non mi appaiono così convincenti come in precedenza e finché non ascolto la confessione dell’assassino temo sempre di puntare il dito contro un innocente […] I riscontri che mi occorrevano però potevo trovarli solo nell’Urbe.

E il ragionamento di Flavio Callido fa comprendere - e bene - questo gran bel romanzo, di cui siamo grati a Walter Astori.