Dov’è l’elefante? di Barroux

Esce il 31 marzo la favola “Dov’è l’elefante?” (titolo originale Where is the elephant?) nella Collana Carrousel delle Edizioni Clichy, un albo fantastico e pluripremiato, uscito nel maggio 2015 in Inghilterra e già venduto in dieci paesi, scritto e illustrato da Barroux, uno dei pochi disegnatori europei che lavora con successo negli Stati Uniti, le cui opere sono tradotte e pubblicate in tutto il mondo.

Nella Foresta Amazzonica, foresta pluviale tropicale nel Bacino dell’Amazzonia in Sud America, vivevano tre simpatici e vispi animali: un elefante, un rosso pappagallo dal grande becco e un serpente. La foresta era piena di alberi e piante e i nostri amici si divertivano a nascondersi dietro di essi. Che spasso scovarli tra i cespugli e gli arbusti! Dove si erano celati i tre animali? Sicuramente l’elefante, data la sua mole, dietro un grosso albero, il pappagallo su un frondoso ramo... ma attento uccello il tuo grande becco ti può tradire! Il rettile era il più fortunato perché si poteva mettere dietro un masso. Ma che cosa sta accadendo a questo lussureggiante luogo? La vegetazione sta scomparendo e appaiono sempre più palazzi, mentre sono visibili tanti rami tagliati e alberi abbattuti. Giriamo le pagine dell’albo e vediamo che le macchine e le abitazioni avanzano sempre più e i poveri animali non possono più giocare a nascondino. La cosa più triste è che vengono rinchiusi in una gabbia dello zoo. Forse sarebbe meglio fuggire per approdare in un luogo che conservi e tuteli il verde e l’habitat, ma per quanto tempo ancora sarà possibile trovarlo?

Il bravo ed ecologico Barroux, attraverso il suo consueto universo di colori fantastici, mostra ai più piccini il rischio che il nostro Pianeta sta correndo. La narrazione che si svolge nella Foresta Amazzonica, con la sua superficie boschiva di cinque milioni di chilometri quadrati ha subìto più di un quinto di deforestazione ponendo in pericolo l’intero ecosistema, è il pretesto per avvicinare i nostri figli al problema e educarli al rispetto dell’ambiente.

“Quando ho visitato il Brasile, cinque anni fa, ho visto alcune parti della foresta Amazzonica date alle fiamme per fare spazio alle coltivazioni di soia. Da allora ho tentato di farmi venire in mente qualcosa che mi permettesse di parlare della deforestazione, ma ho trovato l’ispirazione soltanto due anni fa, al Festival del Libro di Edimburgo, grazie a “Dov’è Wally?. Di colpo tutto mi è stato chiaro e ho iniziato i primi schizzi...”.