Dove il silenzio muore
- Autore: Simonetta Santamaria
“Dove il silenzio muore” è il grandissimo ritorno di Simonetta Santamaria, una delle penne horror più talentuose del nostro panorama nazionale. Allo stesso tempo si tratta di un debutto per lei che, navigatrice esperta nel mare del racconto, si lancia nell’avventura nuova del romanzo. Una sfida all’apparenza complicata per una scrittrice abituata alla brevità del filo di rasoio, capace in poche pagine di siringare l’inquietudine nell’animo, che resta a far compagnia anche dopo aver chiuso il libro.
È la storia di Sara e della Silenziosa, la vecchia villa di famiglia rimasta chiusa per anni, e non a caso, perché in quelle mura mangiate dalla dimenticanza, il tempo e la desolazione hanno custodito un segreto che Sara sta per riportare a galla con la sua decisione di restituire vita a quella splendida e misteriosa costruzione ai piedi del Vesuvio, insieme all’Ouroboros, il medaglione forgiato quasi duemila anni fa in nome di Apopis, il dio serpente padrone del buio. L’amuleto, raffigurante la mitologica immagine di un serpente che si morde la coda, simbolo di morte e vita, distruzione e continua ciclica rinascita, passando di volta in volta in mano allo sventurato che ha la sfortuna di trovarlo o vederlo, lo rende succube, contamina il suo sguardo dominandone le intenzioni, costringendolo a bramarlo e proteggerlo da chiunque, e, per esso, ad agire secondo un’imprevista e brutale bestialità. Sara, insieme a tre anziani del paese, che l’Ouroboros l’hanno già un tempo addormentato, proverà a combatterlo per annullare definitivamente il suo potere, in un andirivieni di palpiti che tiene il lettore incollato alla pagina. Ma non è solo questo “Dove il silenzio muore”. È anche amore, vecchie emozioni ormai scadute che lasciano spazio a nuovi desideri che attraversano la storia e fanno perdere il contatto con la realtà, tanto è vivo e pulsante quello con la Silenziosa. Il finale a sorpresa rende merito alla sensibilità dell’autrice che riesce a raccontare una storia terrificante senza scadere mai nello splatter, tipico dell’horror solito e praticato da quasi tutti gli scrittori di genere, con anche qualche inaspettato risvolto commovente.
Un inquietante mistero, un agghiacciante horror dalla scrittrice napoletana che La Repubblica ha definito una delle signore della suspense made in Italy. Simonetta Santamaria, giornalista e scrittrice, ha vinto l’XI edizione del Premio Lovecraft con “Quel giorno sul Vesuvio” (Edizioni Cento Autori 2007 - collana Leggere Veloce). Ha pubblicato numerosi racconti in libri e riviste, e la raccolta al femminile “Donne in Noir” (Il Foglio - 2005).
L’autore di questa recensione è uno scrittore emergente: clicca sul suo nome per conoscerlo meglio!
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