E se non fosse la buona battaglia? di Claudio Giunta

La cultura umanistica è il fiore all’occhiello del modello scolastico italiano: nessuna nazione studia quanto noi gli autori classici. Eppure oggi questa solidità è vacillante, incombono le nuove tecnologie, che ci rendono analfabeti e in linea di massima si nota l’incapacità della scuola di accoglierle. E la scuola è cambiata male con il tempo, è diventata un museo e non un luogo di cultura.

Claudio Giunta, noto italianista e autore di una bellissima antologia per le scuole superiori "Cuori intelligenti", in "E se non fosse la buona battaglia?" ci parla del destino delle materie letterarie dalla scuola all’università facendone un quadro, che non è per nulla confortante. L’educazione letterarie non sembra rispondere ai desideri di una società che va troppo di fretta sia a livello di studenti che di docenti.
Gli studenti sono affascinati da altre cose, provengono da realtà eterogenee e da nuove culture e possono comunque accedere teoricamente ad altre forme di istruzione (ma è un’illusione).
I docenti non sono selezionati nel modo giusto in quanto permane ancora il pregiudizio che l’insegnamento sia una missione e quindi non ci sia una vera e propria professionalità da acquisire nel tempo.

Giunta vorrebbe che cambiasse non solo la scuola, ma anche l’università, ora diventata una fonte di privilegi e di ineguaglianza, non di studio. Ci vorrebbe una selezione all’ingresso dei futuri laureati in lettere, laurea che offre pochi sbocchi oltre all’insegnamento e quindi permette anche ai meno validi di continuare sulla strada della docenza. E infine un ringiovanimento del corpo docente che non comprende le nuove generazioni, perché troppo lontano anagraficamente.
Giunta è sconfortato, non ci sono soluzioni rapide, ma il suo intento è quello di far riflettere. Consigliato per una discussione franca sulla scuola.