Edimburgo. Tre passeggiate a piedi di Robert Louis Stevenson

“Edimburgo. Tre passeggiate a piedi” (Elliot, 2016, a cura di Valeria Bellazzi) contiene una serie di saggi che descrivono angoli diversi della città scozzese di Edimburgo, pubblicati per la prima volta nel 1878, e tre itinerari da intraprendere a piedi per le campagne inglesi pubblicati nel 1870, e rieditati ora dalla casa editrice romana, dallo scrittore, drammaturgo e poeta scozzese Robert Louis Stevenson (Edimburgo, 13 novembre 1850 - Vailima, 3 dicembre 1894).

“La città vecchia, si afferma, è il pregio principale e, dal punto di vista pittoresco, il fiore all’occhiello di Edimburgo”.

La Old Town, dalla struttura medioevale, occupa uno scosceso crinale di un deposito alluvionale, dove il Castello, le cui origini risalgono al 1130, sovrasta l’intera città. Il cicerone scozzese illustra il tetro e cupo cimitero dei frati francescani “Greyfriars” risalente al 1561, che si trova di fronte all’imponente Castello e alle sue rupi più erte, aperto dalla Regina Maria Stuarda. Inquietanti decorazioni, ritraenti simboli di morte e dannazione, adornano i monumenti e i mausolei al suo interno. Da qui è possibile osservare

“in che modo curioso la città si estende sulle sue colline”

Un grande ponte, chiamato North Bridge, unisce la città vecchia alla New Town (si affaccia su Princes Street “ampio e accogliente accesso da est”), “allegra e ariosa”, costruita verso la fine del XVIII Secolo, esempio di architettura e urbanistica dell’epoca georgiana. Stevenson ricorda l’inclemenza del clima e il forte vento

“sento i suoi baci pungenti sulla guancia”

L’inverno lì è malinconico e triste a causa della brevità delle giornate e “delle strade fangose come maggesi”. Il cielo estivo spesso mutevole e nuvoloso, le poche volte che si mostra sereno si fa perdonare per la bellezza del suo brillante azzurro. L’autore, nato nella New Town, rivela la sua infanzia trascorsa in esplorazione in quartieri che non erano né città né campagna passeggiando tra lillà e prati fioriti. Le sue narici della memoria ancora rammentano il profumo del terreno arato.

“Tre passeggiate a piedi”, redatte tra il 1871 e il 1876, contiene il racconto di tre escursioni, a piedi e in ferrovia. La prima a Cockermouth e Keswick, cittadine all’interno del confine del Lake District National Park, nell’Inghilterra nord-occidentale.

“Il sole della sera illuminava case inglesi, visi inglesi, un profilo di strada inglese”

Robert Louis si sentiva in terra straniera, seppur vigesse la stessa lingua e religione ma con diversi pensieri e modi di vivere. Il sole con i suoi raggi screziava l’acqua del fiume quando lo scrittore si accingeva a tornare nella locanda per trascorrervi la notte. In autunno, nell’Inghilterra sud-orientale un manto di nuvole grigie copriva il cielo e il loro colore si ripercuoteva sul paesaggio circostante. In inverno, nella Scozia sud-occidentale, nei distretti del Galloway e del Carrick, “era nevicato durante la notte”. Sulla collina conosciuta come Brown Carrick il vento impetuoso aveva creato increspature sulla superficie, come quelle che il mare calmo lascia sulla sabbia. Stevenson consiglia di munirsi di comode scarpe per percorrere le caratteristiche e bucoliche strade rurali britanniche.

“Picturesque notes on Edinburgh”, è una sorta di guida della bella e suggestiva città. L’autore, qui nato e cresciuto, ne ripercorre i quartieri ponendo l’accento sui suoi tratti romantici e pittoreschi soffermandosi sul suo passato ricco di storia. La ventosa metropoli “vento che porta il sapore del mare”, dalla cui sommità di tre colline lo sguardo si perde lontano e senza ostacoli verso il mare e le vaste pianure, avvince il cuore del turista lasciando un ricordo indelebile. L’elegante prosa di Robert Louis Stevenson, è un ulteriore invito a visitare Edimburgo, per ripercorrere i passi del celebre scrittore il quale, anche se aveva trascorso la maggior parte della sua vita lontano dalla città scozzese, l’aveva portata sempre dentro il suo animo.

“E quando la primavera ritorna e il biancospino incomincia a fiorire e i prati a profumare di erba nuova, anche nelle strade più affollate lo sguardo incontra le cime delle colline e il suo cuore anela al viaggio e all’aria pura”.