Fabrizio De Andrè. Canzoni nascoste, storie segrete di Walter Pistarini

Conoscete la storiella dell’assassino che prima o poi torna sempre sul luogo del delitto? Mi sa che vale anche per gli scrittori. La tentazione di ripercorrere bel bello i propri passi, di riandare al “non-detto” del proprio libro-must, non perdona: a un certo punto la fissazione deve farsi insostenibile (hai visto mai mi sono perso per strada questo o quel particolare fondamentale?) e allora bon, si salta il fosso, si bissa il salto e via col sequel. Walter Pistarini - nella fattispecie - non tenta nemmeno di nascondere la genesi del suo bis:

“Quando ho consegnato alla stampa ‘Il libro del mondo. Le storie dietro le canzoni di Fabrizio De Andrè’ mi è rimasto un cruccio: completare l’analisi di tutte le canzoni scritte e cantate da De Andrè, perché la discografia ufficiale di studio non riguardava le canzoni composte da Fabrizio e cantate da altri oppure le sue partecipazioni, le colonne sonore, i brani non scritti da lui cantati in occasioni particolari”,

scrive ed è così che il dittico giuntiano per parole, retroscena, canzoni, immagini sul “sommo” Faber è cotto e servito.

Il secondo volume curato con "appassionata meticolosità" da Pistarini (“Fabrizio De Andrè. Canzoni nascoste, storie segrete”, Giunti, 2013) aderisce perfettamente a forma, spirito e sostanza del primo, concentrandosi sulla robusta messe del materiale “altro” disseminato col tempo e nel tempo da De Andrè: dagli inediti post-mortem alle (diverse) tracce sparse tra collaborazioni, partecipazioni a dischi altrui, colonne sonore (ricordate il flop “Topo Galileo” con Beppe Grillo? Le musiche erano, malgrado tutto, a firma Pagani-De Andrè), secondo la formula consolidata (e vincente) della ricerca di prima e seconda mano, dell’aneddotica, delle interviste, delle ricostruzioni dirette per bocca di testimoni - dell’epoca e di vita (fra i tanti intervistati illustri: Dori Ghezzi, Ricky Gianco, Francesco Baccini, Max Manfredi, Teresa De Sio).

“Canzoni nascoste, storie segrete” si giova anche di un’ideale “seconda parte” che a leggere d’un fiato si fa quasi peccato perché non vorresti finisse mai: annovera aspetti pubblici e privati di Faber, aneddoti e retroscena risalenti ai primi giri firmati col solo nome di battesimo, alla collaborazione - presso che obliata - con Maureen Rix (canta con De Andrè nella “storica” Geordie), alla vita breve e gloriosa della Fa.Do., fondata con l’inseparabile Dori Ghezzi con intenti nobilissimi, ai (radi) interventi sui giornali, diverse altre cose così. Come ne “Il libro del mondo” Pistarini dimostra di sapere il fatto suo: lo stile è piano, i contenuti minuziosi. Il saggio si avvale anche della veste editoriale tipica della collana “Bizarre” diretta da Riccardo Bertoncelli: eleganza & accuratezza al prezzo di uno. Si raccomanda di non perdere, soprattutto a deandreiani e/o filologi della canzone d’autore.