Dal punto di vista delle sequenze temporali, quella che genericamente chiamiamo trama non sempre si comporta allo stesso modo in tutti i romanzi e i racconti. Esistono testi ricchi di flashback e particolarmente contorti dal punto di vista logico e cronologico, ma esistono anche storie lineari, che seguono senza intralci lo svolgersi degli eventi. Come analizzare questi aspetti? Per farlo è fondamentale introdurre la distinzione tra fabula e intreccio. Questa distinzione è stata individuata dai formalisti russi, una scuola di critica letteraria sviluppatasi a inizio Novecento in Russia attenta a indagare l’aspetto formale delle opere letterarie, e consente di scindere su due piani quella che solitamente indichiamo come trama.
Cosa sono esattamente fabula e intreccio e quali sono le differenze che li caratterizzano? Scopriamolo insieme.
Fabula e intreccio: cosa sono?
Con intreccio si fa riferimento all’insieme di eventi interni a un’opera narrativa nello stesso ordine in cui appaiono sulla pagina scritta. I romanzi che leggiamo non sempre (anzi, raramente) sono del tutto lineari: spesso sono ricchi di salti temporali che distorcono la sequenza cronologica della trama, articolata tra prolessi (anticipazioni di eventi successivi) e analessi (racconti di fatti già accaduti).
La fabula, invece, indica l’ordine logico-cronologico degli avvenimenti narrati. Per semplificare: è quello che si ottiene immaginando di raccontare gli eventi interni a una narrazione con un ordine cronologico lineare, portandoli su un’immaginaria linea del tempo che non tenga conto di flashback o anticipazioni.
Proprio tramite il confronto tra fabula e intreccio è possibile comprendere le possibilità della dimensione temporale in romanzi e racconti. Quando fabula e intreccio non coincidono, infatti, si verificano delle distorsioni temporali, dette anacronie: sono le analessi e le prolessi di cui abbiamo parlato poco fa.
Non sempre però l’autore sceglie di operare delle distorsioni: può anche decidere di narrare linearmente gli eventi, seguendo il loro ordine naturale.
Nell’intreccio, l’autore di un testo narrativo non solo dispone i fatti secondo un ordine non per forza lineare, ma spesso narrativizza i rapporti causa-effetto che li legano. In questo senso, nella distinzione tra fabula e intreccio non si pone l’accezione esclusivamente sul diverso montaggio che gli eventi hanno, ma anche sul loro rapporto di causalità.
Celebre in questa direzione è l’esempio di E.M. Forster contenuto in Aspetti del romanzo. L’autore distingue quella che definisce "storia" (fabula) da quella che definisce "trama" (intreccio) nelle due frasi:
"Il re morì e poi morì la regina".
"Il re morì e poi la regina morì di dolore".
Entrambe lineari dal punto di vista della sequenza degli eventi (muore prima il re, poi la regina) sono distinte dal complemento causale "di dolore".
Non solo, continua Forster:
"La regina morì, nessuno seppe perché, finché non si scoprì che era morta di dolore per la morte del re".
Quest’ultima frase, che stravolge anche il rapporto di linearità tra gli eventi (si scopre prima la morte della regina, poi la morte del re da cui dipende) è secondo l’autore una "trama con mistero, una forma narrativa con grandi potenzialità di sviluppo".
Incipit in medias res: che cos’è?
Se il rapporto tra fabula e intreccio ha a che fare con l’ordine con cui gli eventi vengono presentati, un caso particolare è quello dell’incipit in medias res: i fatti non vengono narrati dal loro inizio, né a ritroso dalla loro fine, ma iniziano nel pieno dell’azione. Un esempio classico è quello dell’Odissea: all’incipit in medias res segue il racconto in cui Odisseo, ospite al banchetto di Alcinoo, riporta tutte le sue precedenti avventure (l’inganno del cavallo di Troia, il viaggio per il Mediterraneo insieme ai compagni, l’arrivo sull’isola dei Feaci).
Anche i romanzi gialli presentano una struttura simile, caratterizzata da un andirivieni temporale: le indagini si aprono con il ritrovamento della vittima e il compito del detective è quello di ricostruire i fatti che l’hanno anticipato, per aggiungervi una conclusione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fabula e intreccio: cosa sono e differenze
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