Felice di volare
- Autore: Amelia Earhart
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2015
“Felice di volare”, pubblicato per la prima volta in Italia da Elliot, è il memoir scritto da Amelia Earhart nel quale la celebre aviatrice racconta com’è nata la sua passione per il volo.
Nei primi anni del XX Secolo una graziosa bambina magra, con occhi e capelli chiari, cresceva felice nella cittadina di Atchison, nel Kansas (Stato USA), dove Amelia Earhart era nata nel 1897.
“Una volta imparato a leggere trascorrevo molte ore senza infastidire nessuno”.
Per la piccola i libri erano sempre stati compagni fedeli “leggevo tantissimo da sola”. In anni in cui ci si aspettava che le bambine si comportassero come tali, Amelia amava il basket, il tennis, la bicicletta e andare a cavallo, da vero maschiaccio si sentiva attratta dalla meccanica “mi cimentavo in tutti gli sport e i giochi più fisici”, e i viaggi intrapresi con il padre, ferroviere, le avevano fatto nascere l’amore per i “luoghi nuovi e gente diversa”.
L’incontro con la grande passione della sua vita era avvenuto nell’inverno del 1918 “iniziai a interessarmi agli aeroplani”, quando si trovava a Toronto dove lavorava come volontaria all’ospedale. L’interesse nato nella città canadese l’aveva portata a frequentare i circhi volanti, nel 1920 la prima volta che Amelia, futura indomita aviatrice senza pari, era salita su un biplano in un raduno aeronautico vicino a Los Angeles, aveva intuito il suo cammino. Il primo passo era stato prendere lezioni di volo su un Curtiss Canuck “in una giornata limpida, più in alto si arriva più ci si gode la vista” e dopo un anno “conseguii l’unico brevetto di volo all’epoca disponibile, quello della Fédération Aeronatique Internationale”.
Mentre apprendeva tutti i segreti di guidare un aereo “gli atterraggi sono la parte più difficile e ci si deve esercitare moltissimo” e veniva edotta anche sulle principali acrobazie, l’aviatrice scopriva che il mondo visto dal cielo aveva un fascino particolare “per vedere davvero il variare delle stagioni, bisogna volare”. Un nuovo orizzonte le si stava schiudendo, “la gioia del volo è la grandiosità della vista che si gode”, un percorso della vita straordinaria di Amelia, che le avrebbe riservato enormi soddisfazioni ma l’avrebbe anche condotta alla morte, era iniziato.
Nel giugno del 1928 Amelia era stata la prima donna a sorvolare l’Atlantico partendo dall’isola di Terranova a bordo di un Fokker F VII, chiamato “Friendship”. Malgrado avesse diviso con il pilota Stultz e il copilota e meccanico Gordon l’abitacolo una volta atterrati a Burry Port in Galles in 20 ore e 40 minuti, gli onori erano stati quasi tutti per la Earhart ottenendo una grande clamore anche in patria. L’aviatrice da questa traversata che ritenne “un viaggio tra le nuvole”, redasse un “volumetto con il titolo 20 Hrs., 40 Min” divenuto in breve tempo un bestseller.
Nel 1932 “Lady Lindy”, come Amelia era soprannominata dalla stampa, partì in solitaria dall’isola di Terranova per giungere a Londonderry, nell’Irlanda del Nord dopo circa quindici ore di volo entrando così nella leggenda.
“Volevo provare a me stessa, e non solo, che una donna adeguatamente preparata può farcela”.
L’aviatrice scomparve in circostanze misteriose il 2 luglio 1937 nell’Oceano Pacifico mentre tentava la circumnavigazione del globo insieme al copilota Frederick Noonan.
Il volume, narrato con uno stile diretto e scorrevole e con una cura particolare alla meccanica, mostra una figura femminile dallo spirito libero e volitivo esempio per tutte le donne di ogni tempo. In un’America che stava cambiando velocemente, le imprese di Amelia Earhart hanno contribuito al processo di emancipazione femminile. La Earhart, simbolo di coraggio e spirito di avventura, si riteneva convinta che nelle spedizioni future le donne si sarebbero assunte responsabilità sempre maggiori, e “il loro valore avverrà alla luce dei risultati raggiunti”. Coinvolgenti le pagine che l’autrice dedica alle donne aviatrici parlandone con rispetto e ammirazione, augurandosi che “le donne faranno le aviatrici” senza essere considerate delle “bestie rare”. L’immagine di eleganza casuale di questa icona del secolo breve, con un foulard al collo “per una donna era necessario indossare pantaloni sportivi e giacca di pelle a causa della polvere” rimane imperitura.
“L’unica cosa che desiderassi era vagabondare. Nel cielo”.
Felice Di Volare: Ricordi della mia vita in volo e di altre aviatrici
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