Fogli sbarrati
- Autore: Yousef Wakkas
"Pur essendo in carcere, mi sento più libero, perchè sono sicuro che, in qualche parte, c’è sempre qualcuno che leggerà le mie parole."
E’ così che inizia la storia dello scrittore siriano Yousef Wakkas, chiuso nella sua cella a Busto Arsizio. Lo sguardo acuto e ironico dello scrittore e una sensibilità arricchita dal senso dell’umorismo, colgono, di episodi penosi, il lato talvolta comico, surreale. Una bellissima frase ci fa vivere per un momento con gli occhi di un carcerato: "Nelle notti di luna piena i carcerati sognano con gli occhi appesi al soffitto... abbracciano la solitudine nel labirinto caotico della loro vita decimata." I giorni in carcere infatti paiono identici come il menù! Ma il carcere, in questo libro, è considerato da diversi punti di vista: non solo come luogo di condanna, dove non si ha altro che i sogni, ma anche come rifugio per sfuggire alla fame e alla solitudine. Nelle celle infatti ci sarà pure qualcuno con cui fare amicizia, valore scomparso nella terra in cui si è stati costretti ad approdare. C’è da ricordare che, a differenza degli immigrati che potrebbero essere negati una volta, chi commette un reato, corre il rischio di essere negato per sempre. Per uno che è abituato a commettere il male e ad aver mancato di fare il bene in parecchie occasioni, non c’è niente di bello nella vita, nel delirio del successo e della vittoria immaginaria.
Ecco che la scrittura, per lo scrittore Yousef Wakkas, diventa un salvagente, un’ancora a cui aggrapparsi per non affondare nel proprio malessere. E’ nella scrittura che egli trova la vita e rivede la speranza di un futuro. La scrittura diventa così un auto-terapia, un confidarsi con "qualcuno", un buttar fuori paure, emozioni, sensazioni, sogni e dove trovare rifugio. Scrivere, vuol dire sognare, visitare luoghi lontani, fare compagnia a persone sconosciute, dialogare, abbattere i muri che ci dividono, superare gli ostacoli che ci impediscono di capirci l’un l’altro. E, nel caso di Yousef, significa soprattutto, ritrovare e quindi ricomporre un’esistenza che gli è sembrata annichilita. Grazie a questo libro, Yousef Wakkas si è aggiudicato il premio letterario per scrittori migranti Eks & Tra, con cui ha ottenuto la pubblicazione di questo testo.
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L’autrice di questa recensione è una scrittrice emergente: clicca sul suo nome per conoscerla meglia!
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