Franca. Una vita in scena di Luisa Mattia

Con la sua nota maestria e la capacità di raccontare storie con linguaggio semplice e immediato, Luisa Mattia sceglie di narrare la storia della giovinezza di Franca Rame, poco nota a giovani e giovanissimi. In coppia col marito Dario Fo, Franca Rame fu un mito per la generazione che ha vissuto la propria giovinezza alla fine del secolo scorso. Come raccontarla a chi non la conosce?

Teatro girovago e valori familiari sono i punti di forza di questo bel racconto. La piccola è l’ultima figlia di una coppia di teatranti del territorio lombardo intorno a Varese: Domenico ed Emilia, genitori di Pia, Lina, Enrico e finalmente Franca. La famiglia di attori girovaghi, che si spostano su una scassatissima vecchia auto, la Balorda, e si fermano un po’ qua e un po’ là, dando vita ogni sera a spettacoli che riscuotono un enorme successo presso un pubblico di gente semplice, ignorante, per la quale i testi classici vengono un po’ semplificati, ricorrendo spesso all’improvvisazione pur di mandare avanti lo spettacolo in ogni condizione.
Tutta la famiglia va in scena, tutti fanno tutto, costumi, scene, attrezzi, luci, suoni: il teatro viene vissuto come un’operazione totalizzante, che implica l’apprendimento di diverse competenze, lo scambio dei ruoli, la duttilità del carattere.

Tuttavia mentre si vive di teatro, la bella e severa matriarca Emilia sostiene la necessità che i figli abbiano una buona istruzione, vadano regolarmente a scuola e ottengano buoni risultati. Franca ha un leggero difetto di strabismo, che la isola dai compagni, la chiamano la “sguercina”. L’indomita ragazzina saprà vincere la sua ritrosia grazie a una compagna che le dona una caramella: la conserverà per sempre.

Luisa Mattia segue con tenerezza e simpatia la crescita di Franca, i suoi studi, le sue sempre più efficaci prove sul palcoscenico, le sue difficoltà durante l’occupazione nazista, quando rischia l’arresto, col cuore in gola per aver aiutato un ragazzo partigiano che le ha affidato un messaggio. È bellissima Franca, è corteggiata, simpatica, allegra. Alla fine della guerra il padre Domenico si ammala e la sua fine coinciderà con quella della intera compagnia Rame.

I figli si disperdono, raggiungono Milano, che ribolle di energie e di voglia di ricostruzione: Franca troverà lì la sua occupazione di attrice, ricca dell’esperienza fatta con la compagnia di famiglia, pronta a lanciarsi nel mondo del teatro “vero”. L’incontro con i grandi che si affacciano alla carriera nel mondo dello spettacolo, Walter Chari, Enrico Maria Salerno, rigido e accademico, Sandra Mondaini, convincono la giovane Franca che è quello ciò che davvero vuole fare, l’attrice. A breve incontrerà l’uomo della sua vita, il magro, strano, alto autore Dario. Non si lasceranno mai più, dando vita a uno dei più ricchi e famosi sodalizi artistici del secolo scorso.

Dario Fo è premio Nobel per la letteratura, e forse questo lo sanno anche i più giovani; non sanno però quanto Franca Rame sia stata fondamentale nella vita e nelle carriera di suo marito, portando avanti le tematiche femministe, e proponendosi come modello di donna autonoma e coraggiosa.
Dunque ottima la scelta di Luisa Mattia di raccontarla, e di narrare con lei un pezzo importante di storia del secolo scorso, a partire dal 1929, anno di nascita di Franca, per giungere al 2013, quando muore a Milano. Per saperne di più (cronologia, glossario e altre informazioni), sulla Fondazione Fo Rame si trovano in fondo al volume, corredato da una copertina rossa come il sipario che tante volte si è aperto sul volto di questa donna speciale.