Freak out! La mia vita con Frank Zappa di Pauline Butcher

Un aspetto rende questo libro, Freak out! La mia vita con Frank Zappa (Arcana, 2013, trad. Paolo Bassotti), unico tra tutti quelli dedicati a Frank Zappa e, più in generale, alle rockstar: il suo riuscire a trasmettere tutto il fascino e l’aura del personaggio, senza mai cadere nel mito e nel reverenziale.

Cosa che riesce facile a Pauline Butcher, segretaria personale del grande compositore e chitarrista dal 1968 al 1972. Intanto, perché quando entra far parte della corte del “signor Zappa” non ne sa praticamente nulla. In secondo luogo, perché il suo punto di vista resta sufficientemente distante dalla rivoluzione musicale che si stava compiendo in quegli anni.
È vero, resta infatuata dalla personalità di Zappa, ma il suo fine è soprattutto quello di cogliere al volo un’occasione per vivere il sogno di una vita ad Hollywood a contatto con le celebrità del cinema e della letteratura.
Lei, che pure non veniva da una cittadina di provincia, ma dalla swinging London, e attraverso il suo lavoro di dattilografa professionista aveva già un’attività avviata.
Gli mancava la musica… come ammette quando ricorda uno dei tanti aneddoti di cui è costellato il libro: l’incontro con un giovanissimo Eric Clapton passato a salutare Zappa dopo un concerto. Per rompere il ghiaccio, lei gli chiede ingenuamente: “che strumento suoni?”

In un turbinio di groupies, artisti veri o presunti, ma soprattutto di pazzi assortiti (uno di questi, dopo essersi introdotto con facilità nella Factory di Laurel Canyon, con una pistola di grosso calibro minaccerà di fare una strage) Pauline Butcher c’entra poco e niente. Tant’è che, rientrata a Londra dopo la sua incredibile esperienza, intraprenderà una vita da tranquilla insegnante fino alla pensione.

Ma è proprio qui la chiave. La Butcher riesce a restituire un ritratto straordinariamente autentico di un musicista eclettico, intelligente, con una forte personalità, grande carisma ed esigente con i suoi collaboratori fino all’eccesso, ma pure con le sue incertezze e la sua umanità.
Al lettore pare così di trovarsi anch’esso ospite della leggendaria Log Cabin collocata proprio sopra l’insegna di Hollywood, mentre personaggi come Captain Beefheart, Eric Clapton, Mick Jagger e Marianne Faithfull… bighellonano per la casa strimpellando incerti i primi accordi di composizioni che diventeranno parte della grande storia del rock.