Games. Piccoli giochi innocenti
- Autore: Bo Svernström
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2021
Tra i veri thriller — che poi l’aggettivo "veri" è del tutto personale, dettato più dalla necessità di fare una distinzione tra quelle opere che effettivamente si inseriscono in questo genere per via della presenza dei caratteristici tratti e quell’altro gruppo di libri che invece vengono definiti in questo modo perché magari hanno un richiamo sporadico a questa tipologia di letteratura, ma che nel concreto thriller non sono — Games. Piccoli giochi innocenti di Bo Svernström non può non essere inserito. La cornice nordica di cui fa parte aiuta molto a dare l’impressione che sia il perfetto thriller da leggere.
Pubblicato a inizio estate 2021 da Longanesi e tradotto da Andrea Berardini, ha mantenuto quanto promesso: essere un thriller perfettamente calato nel genere e di assoluta godibilità. Perfetto da leggere in estate, ma altrettanto affascinante nelle fresche sere autunnali, dove forse regala le atmosfere migliori.
Robert Lindström: l’anello che unisce due storie
Il romanzo è scritto con uno stile lineare che coinvolge il lettore fin dal prologo, biglietto da visita super interessante con la giusta dose di suspense in grado di renderlo accattivante fin dalla prima riga. Il romanzo si suddivide in due filoni, due storie che si intrecciano grazie a un singolo personaggio: Robert Lindström.
Robert è un assassino, o per lo meno lo sembra che lo sia stato quando da giovane, in un impeto di rabbia, ha ucciso il suo miglior amico, ma di questo fatto riesce a ricordare ben poche cose nonostante la terapia che segue puntualmente ogni venerdì: l’unico dettaglio che ricorda vividamente, e che continua a percepire, è il profondo senso di rimorso che all’età di trentanove anni è più forte che mai.
A ogni modo la sua storia torna a galla quando scompare una bimbina, Olinda, il cui cadavere sarà recuperato nelle primissime pagine del testo. Robert è considerato un sospettato più che probabile sulla base di alcune prove raccolte, sebbene Carl Edson, che indaga sul caso, desidera arrivare infondo alla realtà dei fatti.
Robert è un personaggio cardine della storia, descritto in tutti i suoi dettagli nel modo più umano possibile. La sua personalità, le sue azioni, ogni cosa gira attorno a quel giorno che non riesce a ricordare con lucidità e nel quale si è convinto di aver ucciso il suo migliore amico: si sente colpevole per quella morte, per non riuscire a ricordare, per non aver pagato affatto per le sue azioni. Si può dire che aspiri a sparire dal mondo pur di riuscire a venire a patti con se stesso e le proprie emozioni. Un’esistenza, la sua, che viene ben riassunta da una sua affermazione fatta nel momento in cui viene a raccontare del suo lavoro:
"Non mi aspetto nulla dall’esistenza. Il solo fatto di avere questo lavoro mi stupisce."
Il modo in cui viene raccontato Robert spinge il lettore a provare una forte empatia nei suoi confronti; appare indifeso, bloccato nel passato e bisognoso di riuscire a ritrovarsi. Siamo portati dalla narrazione degli eventi a prendere le sue parti, vogliamo credere che non sia colpevole, ne siamo consapevoli e certi. Vogliamo che riesca nella sua scoperta della verità, quella di allora che non riesce a ricordare e quella dell’oggi che lo vede colpevole anche per il suo passato, perché è grazie a questa scoperta che saremo in grado di capire i nuovi eventi. Siamo vincolati a Robert nel bene e nel male: nel suo essere sempre costretto a essere sospeso, tra verità e convinzione personale, rende sospesi anche noi nelle nostre idee.
Il ruolo della società
Tra i personaggi del romanzo non può mancare il popolo, la gente che dal primo momento condanna Robert con delle possibili prove indiziarie, da cui non riesce ad allontanarsi perché sembrano far combaciare il presente con il passato. La società descritta da Svernström è personaggio vero e proprio del testo, si muove e fornisce dettagli, assume un ruolo attivo nell’economia della narrazione e vede una crescita man mano che le pagine scorrono.
Un uso sapiente del flashback
Nella storia di "ritorni al passato" ce ne sono parecchi, ed è comprensibile dal momento che il romanzo si svolge interamente in questo modo, arroccandosi sul binomio ieri-oggi. Il passato spiega e al tempo stesso "porta avanti" la storia facendola arrivare alla conclusione che tutti bramiamo di conoscere fin dalla prima pagina.
Sono molto numerosi i flashback, ma sono necessari; non appesantiscono la storia dal momento che ne sono avvolti, inseriti in quanto parte integrante del racconto. Aiuta in quest’ottica lo stile di scrittura liquido, coinvolgente e al tempo stesso semplice che riesce a unire tutte le parti del racconto dando loro una forma logica ed economica. Non ci sono dettagli inutili, ogni riga descrittiva verrà poi richiamata per spiegare, dar ragione alla conclusione, che non è prevedibile, almeno fino a un paio di capitoli prima del termine del racconto.
Questo è il secondo libro che narra delle indagini di Carl Edson, nella splendida cornice nordica data dalla città di Stoccolma. Sicuramente vale la pena recuperare anche il primo volume, Victims, ma l’ordine è del tutto indifferente dal momento che le indagini sono autoconclusive.
Games. Piccoli giochi innocenti
Amazon.it: 18,90 €
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Un libro perfetto per...
Agli amanti del thriller, che ricercano costantemente un titolo da inserire tra i "migliori del genere". A chi apprezza i paesaggi nordici, nutre profondo amore per la fredda Stoccolma e per i personaggi empatici e dal passato oscuro
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Games. Piccoli giochi innocenti
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