Ghost di Jason Reynolds

Castle Granshow è un ragazzino afroamericano con pochi mezzi per affrontare l’adolescenza. Si è scelto il soprannome di fantasma: Ghost di Jason Reynolds (Rizzoli 2018, traduzione di Francesco Gulizia) per una brutta esperienza che l’ha segnato. Centra la corsa ma lui deve ancora scoprirlo.

(...) standomene seduto alla fermata dell’autobus davanti alla palestra ho notato tutti quei ragazzi che si allenavano sulla pista di atletica al parco, non ho resistito e sono andato a vedere. Perché io non mi ero mai dovuto allenare per correre. Lo sapevo fare e basta.

Ciò che ha già scoperto è che sa correre, correre come un fantasma per scappare, per mettersi in salvo. Lo sparo che dà il via alla sua corsa, infatti, non è quello dello starter in pista, bensì quello di una pistola e del proiettile che arriva. Correre gli serve per sopravvivere e non per fare sport. Non è in cerca di record ma ogni conquista personale è una prestazione speciale conseguita e così i capitoli del racconto segnano nel titolo i vari “record” personali, ovvero la conquista di prestazioni personali quali, a esempio, il record del mondo per il peggior giorno di sempre oppure il record del mondo per la pulizia della macchina più sporca.
La scrittura è semplice, immediata, giovanile. Lo sviluppo del racconto è prevedibile ma non il suo sviluppo, ovvero: se la direzione dello sviluppo della storia è prevedibile, non lo è lo sviluppo del suo percorso. Ghost vuole allenarsi a correre per giocare al basket, non certo per una corsetta fine a sé stessa. Perlomeno è quello che pensa. Lui vuole fare il bravo per non dare preoccupazioni alla madre ma non riesce a evitare di reagire alle provocazioni. Deve scoprire di avere un talento e cosa farne perché diventi una risorsa. L’intreccio della storia lo porta a scoprire gli altri e a imparare a relazionarsi adeguatamente con gli altri. Il lettore viene accompagnato attraverso il racconto intimo del protagonista ma la fine rimane aperta e lasciata al lettore di pensarla, di immaginarla come uno sviluppo nuovo, perché il futuro è tuo solo se te ne appropri.

“Ai vostri posti” ha detto lo starter. Il cuore mi faceva tu-tum, tu-tum e io ho sentito che dentro cambiavo colore. Non sono sicuro del colore. Non era rosso. Non era nero. Era qualcos’altro. Era diverso. Un colore che non ho mai sentito prima.

È un racconto di sviluppo che ha un aspetto quasi didattico e che propone allegoricamente l’apprendimento della corsa atletica (la disciplina della corsa) come un confronto con l’apprendimento della disciplina che trasforma un ragazzino immaturo in una persona responsabile. Responsabilità che si sviluppa attraverso la comprensione della legge causa-effetto e della comprensione che il proprio futuro dipende da sé stessi ed è possibile solo se lo costruisce oggi, affrontando il proprio passato. Il sottotitolo riprende questa riflessione del coach:

Per quanto veloce tu corra. Non potrai mai scappare da te stesso.

Il romanzo è dedicato a quelli che corrono. Infatti l’autore, un afroamericano statunitense, ha avuto un’infanzia e un’adolescenza simili a quelle del protagonista. Viene quindi di pensare trattarsi di un’autobiografia e forse in parte lo è ma lo scopo del racconto appare essere un altro, di portata ben maggiore, come lo dice l’autore stesso nei ringraziamenti e la convinzione che lo sport sia una buona opportunità per aiutare i ragazzi a ritrovarsi nel proprio passato e trovarsi un posto nel proprio futuro.

Jason Reynolds non è al suo esordio con questo racconto per ragazzi che è stato accolto favorevolmente dalla critica di settore. È infatti stato finalista al National Book Award nordamericano ed è stato secondo nel 2019 al Premio Andersen per i lettori oltre i 12 anni. Ghost è il primo di una serie di racconti denominata the Track Series che dà voce e vita a diversi ragazzi che crescono con l’atletica. Pubblicato nel 2016, è stato seguito da Patina, da Sunny, da Lu, ovvero dalla storia di alcuni compagni di allenamento, tutti membri della squadra dei Defenders.
Questi ragazzi hanno tutti qualcosa da imparare nella vita e la necessità di dimostrare il proprio valore.