
Glass Cafè
- Autore: Gary Paulsen
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
Glass Cafè di Gary Paulsen (Mondadori, 2000 traduzione di R. Cagliero) è il diario di Tony Henson: un preadolescente che ha gli interessi dei suoi coetanei e cerca di districarsi in una vita di figlio unico di madre single che si cura di lui e per proteggerlo non esita a scagliarsi come una leonessa contro chiunque.
Tony ha scoperto di essere bravo a disegnare e che il soggetto che viene più spesso disegnato sono i corpi femminili. Allora ritrae le discinte colleghe del Kitty Cat Club dove sua madre Al fa la danzatrice esotica e le disegna bene; tanto bene che la docente di disegno invia gli schizzi al museo d’arte che li espone ma:
Un anonimo visitatore ha sporto denuncia, sostenendo che una certa persona, e cioè io, avrebbe consentito al figlio, e cioè tu, di fare disegni pornografici.
E così, interviene una solerte funzionaria statale che fa finire tutti e due in prigione. In cella, Tony conosce Benny, un coetaneo:
Mi disse che stava cercando di battere il record mondiale di biciclette rubate, aveva superato le 214 unità e l’avevano beccato soltanto sessantaquattro volte.
Eh sì. Nulla di strano, come non è strano cadere se hai i pattini troppo grandi.
E per quanto concerne il titolo, si tratta di un riferimento simbolico:
A Beirut, in Libano, prima che la città venisse distrutta dalle bande, quando era ancora il posto più bello del Mediterraneo, c’era un bar chiamato Glass Cafè. Servivano il caffè in tazzine con il piattino e c’erano persone che di mestiere raccontavano storie, chi voleva ascoltarne una metteva qualche moneta nel piattino (…) per sapere come andava a finire.

The Glass Cafe: Or the Stripper and the State; How My Mother Started a War with the System That Made Us Kind of Rich and a Little Bit Famous (English Edition)
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