Gli Animali della Commedia
- Autore: Renzo Giacopini
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
La Divina Commedia è come uno scrigno che contiene tutti i riflessi della sterminata cultura di Dante trasfigurata attraverso la sua alta Poesia. La lettura del Poema è una continua fonte di meraviglia per la varietà dei temi trattati, per le argute pennellate che il Poeta imprime con i suoi versi a un personaggio o ad una scena, ma soprattutto per la forza e la bellezza delle sue similitudini e metafore. Se ci limitiamo solo ai temi trattati ben presto si comincia ad avvertire la vertigine perché si va dalla filosofia alla teologia, dalla matematica alle scienze naturali, dalla geografia alla storia, dall’astronomia alla mitologia e così via. La lettura del Poema ha ispirato e ispira studi tematici basati sullo scibile dantesco sciorinato attraverso i canti della Commedia.
Renzo Giacopini che si dedica da decenni alla lettura e allo studio intenso del Divino Poema ha già dato alle stampe alcuni mirabili frutti della sua passione con testi quali Le Preghiere della Commedia, Tutte le Donne della Commedia, Io e Dante e ora con questa sua ultima ammirevole fatica: Gli Animali della Commedia.
Vi è già qualche opera dedicata a questo argomento, ma non esaustiva come il libro di Giacopini.
Perché gli animali della Commedia sono un tema affascinante, sia per i dotti commentatori sia per il lettore che ha solo ricordi scolastici dell’opera di Dante? La risposta è in una parola: la similitudine. Di similitudini se ne incontrano in ogni canto. Come mai? Il grande critico semantico Antonino Pagliaro chiarì (Similitudine, «Enciclopedia dantesca», 1970) che Dante avesse trovato proprio nella similitudine e nella sua affine compagna, la metafora, la possibilità di rendere comprensibile al lettore il tema del suo viaggio e di coinvolgerlo nella narrazione sfruttando al massimo il bagaglio della sua esperienza delle cose terrene.
La funzionalità rappresentativa delle similitudini della Commedia parte dalla forma in cui si articolano i tre costituenti di una similitudine: il figurato (o tenore), il figurante (o veicolo), e i connettivi. È questa struttura che Dante utilizza magistralmente, richiamando caratteristiche e comportamenti di tanti animali: dagli uccelli alle fiere, dagli animali domestici a quelli selvaggi, da quelli maestosi come l’aquila ai più piccoli come le formiche e ai più ripugnanti come i serpenti, dagli animali immaginari come il Grifone ai mostri infernali come le Arpie.
Il merito di Giacopini consiste nel riunire le specie animali attraverso le similitudini facendo emergere per noi un meraviglioso museo in cui possiamo notare la fierezza del leone e l’astuzia della volpe, la maestosità dell’aquila e la ferocia del lupo. Giacopini si chiede anche se vi sia una correlazione univoca tra animale e cantica ma conclude giustamente alla fine che in assoluto essa non esiste. Ma il connettivo che riesce a dare unità a questo variegato mondo è la sua prosa, pacata ed elegante, sempre intrisa di una bonaria ironia per alcuni richiami al mondo odierno e alla sua esperienza di vita e che rende il suo libro un testo magistrale utilissimo per accompagnare la lettura dei canti.
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