Gli anni d’oro della canzone francese di Giangilberto Monti, Vito Vita

Giangilberto Monti e Vito Vita: cantautore e scrittore il primo, giornalista, musicista e storico della canzone l’altro. Una coppia di fatto, che ha deciso di unire le proprie forze e mettersi a scavare nelle profondità della canzone francese. Un lavoro che qualcuno doveva pur affrontare, prima o poi.
Si può supporre che mettere insieme le 215 pagine di Gli anni d’oro della canzone francese, (Gremese, 2022), così fitte di informazioni, aneddoti e notizie, non sia stato facile. Per la vastità dell’argomento affrontato, certo, ma non solo. Monti e Vita hanno ripercorso un trentennio della musica leggera d’oltralpe, dal 1940 al 1970, traducendo il loro sforzo in una serie di capitoli, o meglio, monografie, che prendono il via da Edith Piaf e arrivano a Gilbert Bécaud, per poi chiudere con un contenitore dedicato agli chansonnier (Jacques Brel, Georges-Charles Brassens…).
Capitoli in forma di racconto, esplorazioni non solo sulle carriere artistiche dei musicisti/cantanti presi in esame (con tanto di discografie italiane), ma anche cenni sulle loro vite private (spesso parecchio turbolente!).

Certo, ci sarà sempre qualcuno che non mancherà di far notare una o più dimenticanze, o che i due autori abbiano commesso errori di sopravalutazione (magari anche il contrario). Ci può stare, anche se non sembrerebbe, ma nulla può togliere valore a un’opera come questa, in grado di rimettere al centro una scuola che non ha mancato di ispirare un gran numero di artisti in tutto il mondo. Per dire: il testo di Comme d’habitude, brano scritto da Claude François, un giorno sarebbe stato tradotto in inglese da Paul Anka e portato al successo mondiale da Frank Sinatra con il titolo di My Way. Ma è solo un esempio. E poi, vogliamo parlare dei nostri cantautori? Impossibile negare che il primo Fabrizio De Andrè, per non parlare di Piero Ciampi, Sergio Endrigo o Gino Paoli, abbiano subito, e non poco, l’influenza degli chansonnier francesi.

Il volume di Giangilberto Monti e Vito Vita rappresenta uno strumento efficace per entrare in contatto con l’irriverenza di Serge Gainsbourg e Boris Vian, con la leggerezza di Antoine o di Sylvie Vartan, con la poesia di Léo Ferré e Juliette Greco. Un testo utile a chi ama la Francia e la sua musica, addirittura indispensabile per i loro detrattori. Che, grazie alla lettura di queste pagine, con ogni probabilità, avranno tempo e modo di ricredersi.