Gli ospiti paganti
- Autore: Sarah Waters
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2015
"Grandissimo, maestoso romanzo! È così che si scrive!" (Stephen King)
Con una tale premessa mi è sembrato naturale avvicinarmi alla lettura di questo romanzo, che riportava in copertina il citato commento. Sto parlando de “Gli ospiti paganti” della scrittrice Sarah Waters (Ponte alle Grazie, 2015).
Ci troviamo a Londra, nel 1922. La Grande Guerra si è portata via le illusioni, il benessere e il senso di sicurezza, oltre che l’intera famiglia maschile Wray: ai fratelli caduti al fronte e al padre morto di crepacuore, sopravvivono solo la madre e Frances, rassegnatasi ormai a fare da capofamiglia!
Ma la depressione, anche economica, richiede qualche sforzo in più e così decidono per arrotondare, più Frances che la madre, di affittare parte della casa, ai tempi borghese e ora in incipiente abbandono, a una coppia di giovani sposi, i Barber.
Se l’inizio crea un senso di disagio, perché Frances e la madre devono rinunciare alla loro privacy, ai loro riti, alle loro abitudini, poi però Leonard e Lilian si dimostrano cortesi e affabili.
In particolare, mentre Leonard ambiziosamente cerca di far carriera nelle assicurazioni, dove è impiegato, Lilian invece rimane spesso a casa, dando possibilità e occasione di incontrarsi con Frances.
Nasce così un singolare e profondo legame, che fa "rifiorire" la solitaria Frances, che scopriremo essere stata ribelle verso il padre e conseguentemente divenuta solitaria e chiusa; la vivacità e la joie de vivre di Lilian hanno un effetto benefico anche sul suo aspetto, prima dimesso e "decaduto". Non ci vorrà molto affinché questa liaison si trasformi in qualcosa di molto più forte, non senza terribili conseguenze!
Non voglio togliere il gusto di scoprire come si dipani la trama, scandita in tre parti, ma sempre incisiva, sempre tagliente e sempre così "intima", da trasmettere al lettore la sensazione di essere parte della vicenda.
L’abilità di Sarah Waters, di cui parla Stephen King, è proprio questa: farti sentire in prima persona i pensieri, le angosce, le emozioni della protagonista, senza alcun cedimento, senza tempi morti, con un’energia non comune.
La sua analisi descrittiva dei personaggi, delle loro personalità e delle loro caratteristiche fisiche ti lascia con la sensazione di averli conosciute davvero, tanto che a fine lettura ti senti esausta, come ad aver portato addosso, in prima persona, il peso delle vicende, ma anche con la malinconia di chi deve accomiatarsi da ambienti ormai "familiari".
Gli ospiti paganti
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Ottima scrittura, personaggi delineati ad arte, suggestiva rievocazione storica... E tutto questo a servizio della trama più scialba e prevedibile possibile. Si fa leggere avidamente fino alla fine nella speranza di un guizzo, del riscatto dopo tante pagine a volte davvero intense ma - niente. La fine poi lascia un moncherino al posto di un vero epilogo. Una totale delusione.