"Cime tempestose" di Emily Brontë è un romanzo atipico non soltanto per la trama rivoluzionaria e per la tecnica narrativa innovativa, ma anche per il protagonista maschile che rovescia gli schemi usati ed abusati fino ad allora.
Solitamente l’eroe nella concezione manicheista del romanzo ottocentesco afferisce alla categoria dei "buoni" ed è pertanto bello, maltrattato e destinato però alla fine ad ottenere il giusto premio dopo tanto tribolare. Heathcliff, al contrario, è ombroso, crudele e vendicativo, riserva attenzione e passione solo nei confronti della sua amata Cathy. Per comportamento ed atteggiamento il personaggio creato dalla Brontë appartiene piuttosto alla categoria dei "villain", pertanto un "cattivo" tout court.
L’antagonista della storia, il mite Edgar Linton, rivale in amore di Heathcliff e successivamente marito di Catherine, è elegante, raffinato e di carattere docile e remissivo. Le sue caratteristiche comportamentali, proprie di un protagonista positivo, vengono però messe quasi in ridicolo dall’autrice. Linton appare un debole, un molliccio incapace di fronteggiare l’intrusione di Heathcliff nella sua tranquilla esistenza e successivamente mestamente schiacciato dal dolore dopo la morte per parto di Catherine.
Heathcliff è un villain, un eroe, che guadagna, malgrado un atteggiamento al di fuori dal conformismo, la simpatia dei lettori e un rivale che invece viene deriso per la sua eccessiva mitezza. Gli schemi che fino a metà Ottocento avevano retto le sorti della narrativa si sovvertono per opera di un’oscura scrittrice vissuta per tutta la durata della sua breve esistenza in un minuscolo e misconosciuto villaggio. Il caso rimane tuttavia isolato fino all’avvento di nuove proposte narrative negli anni a venire.
- Vedi anche: Le donne in "Cime tempestose"
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Heathcliff: l’eroe negativo di Cime tempestose
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