Hitler e il nazismo
- Autore: Claude David
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Newton Compton
Spulciando tra i libri usati in vendita della biblioteca comunale Giovanni Gronchi di Pontedera, mi sono imbattuto in Hitler e il nazismo di Claude David, un libro edito nella collana tascabili economici della Newton Compton nel 1994.
Questa casa editrice è particolarmente meritevole perché negli anni Novanta ha diffuso il sapere tramite volumi di 100 pagine al risibile costo di mille lire sugli argomenti più disparati dei vari rami dello scibile con volumetti scritti in modo divulgativo e per niente specialistico da docenti universitari, oltre al fatto di aver messo a disposizione di tutti a prezzi economici l’opera omnia di scrittori, poeti e filosofi con i “Mammuth”, quando fino agli anni Novanta per leggere le opere complete dei grandi autori bisognava comprare i Meridiani o i Classici Bompiani, che non erano a buon mercato.
L’autore di questo saggio è il letterato Claude David, già professore alla Sorbona, che ha anche scritto libri pregevoli su Kafka.
Questo libro spiega in modo approfondito perché la follia e l’autoesaltazione di Hitler hanno portato l’intero popolo tedesco al delirio totale, alla catastrofe. Leggendo queste pagine sorgono spontanei interrogativi di cui non sapremo davvero mai la risposta: Hitler è nato o è diventato folle?
È diventato folle dopo la perdita da adolescente di entrambi i genitori o dopo una malattia polmonare a 16 anni che lo costrinse a interrompere gli studi o dopo la bocciatura all’accademia di pittura di Vienna o dopo le ferite e l’intossicazione da gas durante la prima guerra mondiale oppure dopo il carcere? Forse tutti questi fatti insieme contribuirono a fare di Hitler un dittatore sanguinario e necrofilo.
Ma questo volume spiega dettagliatamente non solo i dati biografici del dittatore, ma anche i fattori socioeconomici, storici e politici che determinarono la sua ascesa, come ad esempio I grandi debiti della nazione tedesca dopo la pace di Versailles, l’occupazione francese della Ruhr, la crisi economica spaventosa del 1929 (che fece crescere esponenzialmente i disoccupati), la fine della Repubblica di Weimar, gli errori dei socialdemocratici, le mosse politiche astute e scaltre di Hitler oltre al suo innegabile carisma e alla sua proverbiale oratoria, che trascinava le folle. Da un punto di vista umano influenzarono il dittatore tedesco anche l’ammirazione sconfinata per Mussolini da cui prese esempio e sicuramente la marcia su Roma che spinse Hitler all’emulazione.
Ma non vengono neanche trascurati gli elementi culturali che contribuirono a determinare il nazismo come il pangermanesimo, un Wagner mal digerito, un Nietzsche deformato a piacimento dalla sua sorella folle (si veda a questo proposito la tesi di laurea del compianto giornalista Sandro Paternostro), il razzismo del leader del partito nazista Chamberlain, il protocollo dei sette savi di Sion, I discorsi alla nazione tedesca e Lo Stato commerciale chiuso di Fichte per quanto riguarda rispettivamente il nazionalismo e l’autarchia nazista, la dottrina della violenza di Sorel, la concezione dello Stato di Hegel: insomma sono molte le fonti e molti gli ascendenti culturali del nazionalsocialismo. Ma questo agevole compendio illustra anche tutte le fasi del nazismo, ancor prima dei dodici anni di dittatura, ovvero dal 1933 al 1945, compresi anche gli anni della cosiddetta quiete e lo scioglimento del partito nazista. Un capitolo a parte comprende la spiegazione del programma del partito nazista e un altro capitolo riguarda la struttura del potere hitleriano.
L’unica pecca è che soltanto una ventina di righe trattano dei campi di concentramento, che causarono la morte di sei milioni di ebrei, "passati per il camino".
Comunque questo libro è un libricino ben scritto sugli orrori del nazismo e soprattutto sulle cause che portarono dalla follia di un singolo all’Hitlerismo di un’intera nazione, progredita e colta.
L’autore pone l’accento in particolar modo su come il fattore economico e la stabilità politica siano state le cause scatenanti dell’ascesa al potere di Hitler, ma non minimizza il fatto che anche durante la Repubblica di Weimar furono molti gli episodi di violenza e gli attentati degli estremisti di destra: insomma c’era un grande fuoco che covava sotto la cenere dell’impero prussiano.
Dopo aver letto queste cento pagine viene da chiedersi se davvero la Storia sia maestra di vita o se avessero ragione Vico con i suoi corsi e ricorsi e soprattutto Popper a criticare ogni forma di storicismo.
Insomma un libro che fa riflettere molto e che si legge molto rapidamente, tutto d’un fiato. Vale la pena ordinarlo, anche tramite Internet e anche a un prezzo superiore alle antiche mille lire di un tempo.
Hitler e il nazismo
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