Ricorre oggi, 7 ottobre, un anno esatto dall’attacco di Hamas contro Israele che innescò un nuovo conflitto tra Israele e Palestina, con decine di migliaia di morti, in particolare nella striscia di Gaza. In quest’occasione vi proponiamo la rilettura di “Ho dipinto la pace”, una bellissima poesia sulla pace e un manifesto contro gli orrori della guerra che ci rattrista, purtroppo, per la sua sconfortante attualità.
La scrisse nel 1973 Talil Sorek, ragazzina israeliana all’epoca tredicenne, e da allora in quella parte del pianeta la fine delle ostilità continua ad essere un miraggio.
Analizziamo il testo, che grazie ad un riconoscimento ottenuto nel 1975 divenne famoso nel mondo. Quanto sarebbe bello se i potenti della Terra mettessero a tacere per sempre le armi e si impegnassero a trasformare il mondo ispirandosi alla bellezza che solo l’arte e la poesia sanno offrirci?
Dall’orrore della guerra dello Yom Kippur, nella quale si combatterono aspramente Israele, Siria ed Egitto nell’ottobre del 1973, la tredicenne israeliana Talil Sorek trasse ispirazione per comporre Ho dipinto la pace, una lirica che ci lascia senza parole per lo splendore semplice e pulito dei versi, ma che al contempo, di fronte all’attuale tragica situazione mediorientale, non può non farci del male. Da allora sono trascorsi 51 anni esatti e l’eterno conflitto israelo-palestinese non potrebbe essere più lontano da una soluzione capace di accontentare tutte le parti in causa.
Al dolore che oggi ci attanaglia di fronte alle centinaia di migliaia di morti a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Iran, contrapponiamo le incantevoli parole di Sorek, nella speranza che in un tempo non troppo lontano il suo diventi un linguaggio universale in grado di unire i popoli come fosse un solo, unico, grande abbraccio.
“Ho dipinto la pace”: testo della poesia
Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi e vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per le sabbie ardenti,
ma avevo l’arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
Ho dipinto la pace: analisi e significato della poesia di Talil Sorek
Gli animi sensibili e delicati sanno cogliere il bello persino nel terrore e nel raccapriccio.
Ne è un felice esempio Ho dipinto la pace, poesia che nasce dalla tragica esperienza che la teenager israeliana Talil Sorek si trovò suo malgrado a vivere nell’ormai lontano ottobre del 1973, nei giorni della sanguinosa guerra dello Yom Kippur.
Versi che raccontano con sconfinata dolcezza tutto lo strazio dello scenario possiamo immaginare apocalittico che si parò dinanzi ai suoi occhi innocenti e che tuttavia non le impedì di trovare la forza per scrivere quello che, oggi, è considerato uno dei più vibranti inni alla pace e alla concordia che siano mai stati ideati nel XX secolo.
Talil immagina di avere a disposizione una tavolozza di colori, quelli "molto freddi" per dipingere le brutture della guerra, altri invece "brillanti, decisi e vivi" per rappresentare il pianeta che vorrebbe, senza sangue, senza morti, senza orfani.
La potenza della poesia amplifica la naturale e legittima aspirazione della ragazzina rendendola corale, così la sua diventa la voce di tutti coloro che decidono di non arrendersi alla violenza continuando a sperare e a lavorare per creare un mondo migliore.
La guerra non toglie a Sorek né la voglia, né la capacità di sognare la pace e questo è un insegnamento di fondamentale importanza che chiunque dovrebbe imparare e mettere in pratica per quanto possibile.
Perché la pace si costruisce giorno per giorno e ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte.
Dinanzi alle drammatiche immagini che giungono attualmente dal Medio Oriente e dall’Ucraina non possiamo non provare un indicibile senso di scoramento, ma i versi di Talil Sorek devono spronarci a non demordere e, anzi, ad adoperarci ancora di più affinché il suo antico sogno, che è anche quello di noi tutti, diventi finalmente e definitivamente realtà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Ho dipinto la pace”: la poesia di Talil Sorek contro gli orrori della guerra
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