Hybrid. Quel che resta di me
- Autore: Kat Zhang
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2013
Hybrid è il romanzo d’esordio di una giovane scrittrice statunitense, Kat Zhang, pubblicato in Italia dalla casa editrice Giunti quando già aveva ampiamente riscosso un inaspettato successo nel paese d’origine.
Hybrid: un romanzo distopico?
È un romanzo che molti hanno definito distopico, quindi appartenente a quel filone che predilige le storie ambientate in epoche post apocalittiche in cui il genere umano è quasi sempre sottomesso a regimi totalitari e repressivi in cui i rapporti umani sono ridotti all’osso. Non inserirei Hybrid totalmente in questo genere, considerando le parole della stessa autrice che sottolinea come la sua opera non sia ambientata in un tempo così lontano, ma nel 21° secolo, però con qualche variazione. E sono proprio le variazioni che rendono il testo interessante e originale.
La novità consiste nell’identità ibrida della protagonista, che non è l’identità a cui ci hanno abituato i tanto acclamati romanzi di oggi, che vedono contrapposti quasi sempre personalità umane a realtà ben più mostruose come i vampiri o i lupi. Qui la lotta avviene nel corpo di una stessa persona che nasce con due anime che vivono al suo interno indipendentemente l’una dall’altra fino a quando a 10 anni, una delle due, quella più debole e remissiva, scompare, come se non fosse mai esistita.
Trama
Ci troviamo in America, dopo numerose guerre e il governo è totalitario e repressivo a tal punto che considera gli ibridi una vera e propria minaccia per quella parvenza di pace che intende difendere a tutti i costi. Ma allora chi sono davvero gli Ibridi? Sono gli esseri in cui l’altra anima non scompare e anche se perde il controllo del corpo, rimane comunque latente e in qualche modo presente, rannicchiata in un angolo al buio all’interno dell’essere umano. E’ questo quello che accade ad Addie, la protagonista che scopre che Eva, l’altra anima, non vuole scomparire, provocando in lei delle devastanti lotte interiori rese ancora più sofferenti dal fatto che le due anime, nonostante siano l’una l’opposto dell’altra, sono legate da una profondità fraterna che affonda la propria forza nella complicità e nella condivisione di una vita intera. Purtroppo Addie dovrà affrontare il destino che la società riserva a tutti gli ibridi, ossia il ricovero in strutture curative in cui nessuno sa cosa realmente succeda, ma non lo farà da sola. Ad accompagnarla ci saranno due fratelli, Hally e Devon, le cui anime impunite, Lissa e Ryan, aiuteranno Eva a riprendere di nuovo il controllo del proprio corpo e a sentirsi ancora una volta completa.
È interessante come nel corso della storia assistiamo alla maturazione del rapporto tra le due anime “sorelle”. Il modo in cui imparano a prendere insieme le decisioni, a superare le difficoltà come avviene in qualsiasi rapporto che sia “normale” e umano. Ma qui di umanità c’è ben poco se non nel modo di vivere i sentimenti e nella costruzione di un rapporto che diventerà armonico e simbiotico tra due entità presenti nella stessa carne.
La particolarità di Hybrid è certamente la trama ma non solo. Fin dalle prime pagine si coglie un profondo senso di angoscia e di impossibilità di vivere nonostante si assapori ancora il gusto della vita stessa. La voce narrante è quella di Eva che ci accompagnerà nei nascondigli più reconditi dell’animo umano, che questa volta si divide addirittura in due ed è una divisione perfetta, perché sono perfette Eva e Addie insieme. La prima è dolce e sensibile, l’altra è fredda e distaccata. Forse per questo, sono sicura che amerete da subito Eva, colei che con la sua dolcezza vi lascerà scoprire lentamente i segreti che si celano nel cuore di queste nuove creature a cui Kat Zhang ha dato voce.
Esseri ibridi non più nella carne, ma nell’anima.
“Nessuno sapeva che nel cuore della notte Addie mi lasciava uscire e camminare per la strada, toccare i vetri freddi della finestra e piangere le mie lacrime con le ultime forze che mi rimanevano.”
Recensione di Antonietta Mirra, scrittrice
“Era risaputo che l’ibridità dipendeva da un fattore genetico.”
Addie è una ragazzina di sedici anni che vive in un mondo alternativo dove gli esseri umani sono definiti “ibridi”: in altre parole due identiche anime racchiuse in un solo corpo. Con il tempo l’anima predominante prevale sull’altra che, a sua volta, scompare. Esistono alcuni casi umani in cui questo “abbandono dell’anima” non avviene: Addie, come molte altre persone, non si separa da sua sorella Eva e in una società come quella in cui vive è illegale, è un’anomalia da rettificare. Conoscerà Hally e suo fratello Ryan, anche loro con il medesimo problema.
“Hybrid. Quel che resta di me” è il primo volume di tre scritti dalla giovanissima autrice Hat Zhang. È un romanzo di fantascienza a tratti distopico. Pur essendo in chiave immaginaria, nella lettura di questo testo prevale dall’inizio fino alla fine “La doppia personalità” dell’essere umano, come sempre associata all’ipocrisia, alla gelosia e a quei infiniti muri fatti di silenzi e presunzione.
Altro tema portante è sicuramente l’amore delle due sorelle, una sorta di bene autodifeso e protetto, in alcuni punti commovente. Eva è un’anima imprigionata che vorrebbe esprimersi liberamente ma teme il primo passo fondamentale: il confronto con Addie.
“Sentivo i pensieri di Addie sbattere contro i miei, come una nebbia cupa e angosciosa. A volte, se mi concentravo abbastanza, mi pareva di poter indovinare cosa stesse pensando…”
Ho trovato la copertina inglese molto più accattivante rispetto alla versione italiana. Alcuni punti della narrazione sono poco chiari per via del personaggio che si vede costretto a interpretare due ruoli contemporaneamente, ma, tuttavia, superato questo margine, la lettura diventa scorrevole fino alla fine.
“Del resto lei era quel genere di persona che avrebbe riso anche di fronte a un uragano.”
Recensione di Fabio Conte
Hybrid. Quel che resta di me
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Hybrid. Quel che resta di me
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