I due matrimoni di Chrissie Manby

Diana e Kate. Diana Spencer e Kate Middleton? No, non sono loro, ma con loro hanno in comune un elemento fondamentale: un matrimonio che, volenti o nolenti, si prospetta principesco e arduo da organizzare in ogni minimo dettaglio. Le due principesse, pur essendo suocera e nuora, per un tragico destino non si sono mai conosciute. Neppure le nostre Diana e Kate, malgrado quello che vorrebbe dare a intendere il riassunto sul risvolto di copertina, si conosceranno mai, anche se i loro due matrimoni sono programmati per lo stesso giorno, quello immediatamente successivo alle nozze reali della principessa Kate con William. Ma, mentre Diana sogna, o, per meglio dire, pretende un matrimonio talmente pomposo da fare impallidire quello della sua illustre omonima, Kate è semplicemente infastidita dalla preparazione e si sottomette a quella che per lei è una pura e semplice tortura solo per non scontentare la famiglia, in particolare la madre seriamente malata.

In tutto questo delirio di tulle e confetti, però, entrambe le spose rischiano di perdere di vista quello che dovrebbe essere l’elemento principale della loro scelta: il futuro marito. Ma forse Melanie, la titolare dell’atelier "Bride on time", potrebbe dar loro qualche buon consiglio in merito, vista la situazione che sta vivendo proprio in questo momento sulla propria pelle. Fra dubbi, ripensamenti ed elementi di disturbo, quale sarà il destino delle due sposine? E quello della solitaria Melanie?

L’ennesimo romanzo a tema matrimoniale promette di innamorare e divertire le lettrici di tutto il mondo, ma ci riesce solo in parte. Lungi dall’essere un libro, come promesso dalle note di copertina, scoppiettante, incentrato su una presunta invidia di Diana per Kate basata sull’abito da sposa scelto da entrambe (in realtà, come già detto, Diana e Kate neppure si conoscono, ma si "sfiorano" per caso due o tre volte nell’arco di tutto il romanzo), questo "I due matrimoni" non è niente di più di un romanzetto gradevole per passare un pigro pomeriggio, che strappa qualche sorriso ma non lascia gran che. Certo, raso, tulle e bouquet di fiori riescono sempre ad affascinare nove donne su dieci, ma la trama risulta abbastanza prevedibile e anche il "colpo di scena" canonico, riguardante la situazione di Melanie, non è poi di quella grande originalità. Si sorride ma non si ride a crepapelle, ci si immalinconisce ma non si sente scivolare la lacrima sulla guancia.

I personaggi, quantomeno quelli principali, sono ben delineati, ma, mentre Kate è notevolmente realistica nei suoi pensieri, nei suoi dubbi e nelle sue frustrazioni, che sicuramente saranno condivise da molte esponenti del genere femminile, Diana è piuttosto una macchietta al gusto di Paris Hilton, talmente esagerata da risultare spesso più fastidiosa che divertente. A ben vedere, anche la riflessione di fondo suggerita da tutta la storia è piuttosto reazionaria: se la sposa ha dubbi, sono i normali ripensamenti propri della preparazione, anzi, è lei che pretende troppo dal quel povero ragazzo che fa del suo meglio ma proprio non ci arriva, perché è un uomo e la sua caratteristica è quella, mentre se è lo sposo ad avere dei ripensamenti, è pienamente legittimato perché la promessa sposa è in effetti una virago che lo tiranneggia e lo vuole costringere alle peggiori pagliacciate, non paga di averlo tirato dentro a un fidanzamento che lui non voleva fino in fondo. Insomma, in ogni caso chi sbaglia è la donna!