I frutti dimenticati
- Autore: Cristiano Cavina
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2008
Suo padre era sparito nel nulla. Con la sua assenza, aveva lasciato un vuoto clamoroso. Ma la fantasia lo aveva trasformato in un uomo quasi magico, protagonista di mirabolanti imprese. Ora, quel padre da sempre ignoto è sbucato all’improvviso, lo ha rintracciato raccontando una bugia alla sua casa editrice. Di punto in bianco, lui dovrebbe chiamare papà un uomo che "per me non è niente, non è nessuno". Proprio quando diventa babbo anche lui, con una compagna che non è più sicuro di amare, mentre tutto sembra sfuggirgli di mano. Non è facile diventare figlio e padre nello stesso momento... (Note di copertina)
"I frutti dimenticati" di Cristiano Cavina è innanzitutto un romanzo autobiografico, invito all’amore ed esempio di grande capacità narrativa.
Il protagonista del libro, Cristiano (così come Cristiano è, effettivamente, l’autore), fornisce un’immagine della propria vita, che scaturisce dall’incontro con il padre, mai conosciuto, poiché ha abbandonato sua madre una volta rimasta incinta.
L’incontro con quella che dovrebbe essere una persona amata diviene, inizialmente, uno scenario caratterizzato da odio e rancore, ma poi si trasforma nel sentimento di compassione e allo stesso tempo di comprensione, che caratterizza il finale.
Ed ecco che è possibile notare il pathos del protagonista, il quale si trova a sua volta a rappresentare la figura di padre, essendo la sua compagna rimasta incinta e, al contempo, di figlio di un uomo che, come definisce nei primi capitoli: "per me non è niente, non è nessuno"; e, paradossalmente, si paragona ai ramoscelli di corbezzolo, che
"sono impegnati a essere troppe cose contemporaneamente e si trovano in equilibrio precario tra tempi diversi."
La psicologica condizione che riesce a instaurarsi nel protagonista può essere paragonata, in un certo senso, ad un "odi et amo" catulliano, in cui le attese della nascita e della morte per il figlio e il padre, rispettivamente,
sono la causa e l’effetto dell’inesorabilità della vita, dell’ineliminabile lato sorprendente e decisivo di essa.
Il libro è, inoltre, descrizione di vita vissuta dal Cristiano protagonista, ma anche autore. Traccia essenziale nelle opere di Cavina è quel riferimento autobiografico, quel ritratto di vita comune del suo paese Casola Valsenio, dei membri della sua famiglia, ciascuno con le proprie caratteristiche personali, uniche nonché viste con uno sguardo ora ironico, ora intriso di tenero affetto e familiarità.
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Bella recensione!!!!proprio quello che mi serviva!!!Grazie 1000!!!