Il cinema ha sempre avuto un legame molto stretto con il mondo della letteratura: non solo sono stati tratte molte pellicole da libri pubblicati precedentemente ma sono state realizzati anche molti film sugli scrittori e sulle loro vite.
Guardare i migliori film sugli scrittori può rivelarsi la scelta giusta se vogliamo conoscere, in modo più leggero e sbrigativo, le vicende che hanno contrassegnato l’esistenza di uno scrittore o gli episodi da cui è scaturita la scelta di realizzare un’opera letteraria.
È importante notare, prima di considerare i migliori film sugli scrittori, che non si tratta di film che rappresentano le stesse storie già narrate in un libro, come avviene, ad esempio, per i film tratti dai romanzi d’avventura, ma di film che raccontano la vita di uno scrittore, in alcuni casi attingendo solo indirettamente a opere letterarie.
Il giovane favoloso (2015)
Mario Martone ha diretto con sensibilità Elio Germano, nei panni del giovane Giacomo Leopardi. Il film, che fornisce un’immagine fresca e appassionata del poeta di Recanati, porta sul grande schermo gli anni giovanili, quelli dello "studio matto e disperatissimo", fino agli ultimi giorni, trascorsi a Napoli, insieme all’amico Antonio Ranieri.
Il film, che ha avuto grande successo al botteghino con oltre un milione di euro d’incassi, testimonia, come ha spiegato Martone che
"gli spettatori hanno fame di bellezza, di pensiero, di emozioni profonde (...) tutto questo vuol dire che il cinema è ancora vivo e potente".
Pasolini
Sull’onda del successo de Il giovane favoloso sono recentemente apparsi nelle sale italiane due film dedicati a Pier Paolo Pasolini che, pur tra molti pregi e molti aspetti degni di nota, non hanno riscosso lo stesso apprezzamento e lo stesso successo.
Abel Ferrara ha scelto di rappresentare, in Pasolini (2014), le ultime 24 ore dello scrittore e regista friulano: il film può sicuramente vantare un’interpretazione magistrale, quella di Willem Dafoe (resa tale anche dalla somiglianza fisica) ma, nel complesso, è mediocre perché, trascura circostanze storiche ormai note mentre non rinuncia a luoghi talmente comuni da risultare quasi banali.
Più apprezzabile La Macchinazione (2015) di David Grieco che, oltre a poter vantare la presenza di un attore come Massimo Ranieri, ha saputo delineare un quadro più aderente degli ultimi mesi di vita dello scrittore, richiamando l’attenzione su aspetti ancora troppo poco noti della vita di Pasolini.
Un viaggio chiamato amore (2002)
Michele Placido ha scelto di documentare in questo film la storia umana di Sibilla Aleramo, narratrice e poetessa di cui è raccontata la parabola esistenziale, dall’adolescenza alla maturità, concentrando l’attenzione sulla relazione con il poeta Dino Campana negli anni che vanno dal 1916 al 1918. Interpretati da Laura Morante e Stefano Accorsi i due sono protagonisti di una passione violenta ed esasperata, un rapporto tormentato le cui coordinate sono state tratte dal carteggio tra Aleramo e Campana.
Poesia che mi guardi (2009)
Segnaliamo un’ultima scrittrice italiana a cui è stato dedicato un lungometraggio: Antonia Pozzi, una figura malinconica e struggente, morta suicida nel 1938 a 26 anni, molto sottovalutata e trascurata dalla critica letteraria novecentesca (ma originalmente rivalutata negli interessanti studi psicanalitici di Eugenio Borgna). La regista Marina Spada si muove tra la fiction e il documentario, arricchito da immagini d’epoca tratte dai filmati di famiglia, e si concentra sulla poesia e sul suo ruolo nella società di allora e di oggi.
Poeti dall’inferno (1995)
Interpretato da un giovane Leonardo Di Caprio nei panni di Arthur Rimbaud, il film irriverente di Agnieszka Holland si concentra sulla complicata storia d’amore con il maestro e amico Paul Verlaine. La vicenda è rappresentata in modo disinvolto e preciso ed è resa verosimile dai nudi e dalle molte scene di sesso. La sceneggiatura, basata su un pezzo teatrale di Christopher Hampton del 1967, dà prova di grande accuratezza ed è stata realizzata anche ricorrendo a lettere e opere dei due ‘poeti maledetti’.
Giovani ribelli (2013)
John Krokidas decide di raccontare il movimentato apprendistato letterario dei poeti della beat generation da un punto di vista particolare che dà a questo film una sfumatura noir. Allen Ginsberg (Daniel Radcliffe), Jack Kerouac e William S. Burroughs, saltano sui banchi delle università, conoscono la letteratura, l’amore e, inaspettatamente, sono coinvolti nel misterioso omicidio di David Kammerer. Lucien Carr, l’assassino, aveva esercitato una forte influenza emotiva soprattutto su Ginsberg, che ne era rimasto affascinato.
A sangue freddo (2005)
Interpretato dal compianto Philip Seymour Hoffman che con questo film, diretto da Bennett Miller, vinse l’Oscar come miglior attore nel 2006, A sangue freddo racconta una fase importante della vita di Truman Capote, quella in cui lo scrittore americano si dedicò alle ricerche e agli approfondimenti necessari per scrivere la sua ultima opera data alle stampe che dà anche il titolo al film.
Scoprendo Forrester (2000)
Gus Van Sant racconta in questo film l’amicizia tra Jamal Wallace, un giovane del Bronx con la passione segreta per la scrittura e il celebre scrittore William Forrester (Sean Connery). Quest’ultimo chiuso, vincitore anche di un Premio Pultzer, deciderà di rompere la totale solitudine che si è costruito all’interno del suo appartamento, per aiutare il ragazzo a sfruttare al meglio i suoi talenti e a realizzare la sua vocazione letteraria.
The Invisible Woman (2013)
Tratto dallo studio omonimo di Claire Tomalin, recentemente tradotto anche in italiano, il film mette in scena l’incontro tra il quarantacinquenne Charles Dickens e la diciottenne Nelly Ternan: un rapporto inammissibile nell’Inghilterra perbenista e vittoriana che, però, anche se tenuto accuratamente nascosto, finisce presto sulla bocca di tutti. Dickens deciderà di separarsi dalla moglie senza però rendere pubblico un rapporto che durerà fino alla scomparsa del grande romanziere.
Wilde (1997)
Quella realizzata da Brian Gilbert è una biografia puntuale e piacevole, un film che non è un capolavoro ma che riesce sicuramente nell’intento di portare sullo schermo l’ironia e l’arguzia di Oscar Wilde (degnamente interpretato da Stephen Fry). Il lungometraggio racconta i momenti salienti della sua vita: la frequentazione della società vittoriana e il matrimonio con Constance, l’amore per i figli, il successo ottenuto grazie alle sagaci commedie e l’incontro con Lord Alfred Douglas (Jude Law), la relazione per cui Wilde dovrà subire un processo per sodomia e una condanna.
Sylvia (2003)
Nel film, poco apprezzato, di Christine Jeffs il ruolo della poetessa statunitense Sylvia Plath tocca a Gwyneth Paltrow: la pellicola è incentrata sulla storia d’amore tra Plath e il poeta britannico Ted Hughes (Daniel Craig), suo marito, ripercorrendo l’itinerario che va dall’incontro dei due, nel 1956, a Cambridge, fino al suicidio della Plath, avvenuto nel 1963.
Il postino (1994)
Chiudiamo la carrellata dei migliori film sugli scrittori con una pelliccola un po’ datata che, però, merita di essere ricordata anche per omaggiare Massimo Troisi, un grande interprete del cinema italiano scomparso prematuramente, subito dopo la fine delle riprese.
Nel film di Michael Radford, ispirato al romanzo “Il postino di Neruda” del cileno Antonio Skármeta, è raccontata l’amicizia tra il disoccupato Mario Ruoppolo, assunto come postino, solo per portare la posta a Pablo Neruda, poeta in asilo politico in una sperduta isola del sud Italia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I migliori film sugli scrittori
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