I misteri dei mondi perduti. Una ipotesi sull’esistenza di Atlantide
- Autore: Charles Berlitz
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Aveva tantissimi talenti Charles Berlitz: parlava 28 lingue, era stato per oltre un decennio nell’intelligence militare USA, aveva fatto l’imprenditore, l’editore, il ricercatore di storia e scriveva in modo fluente. Era tante cose, tranne uno scienziato. Poco male per gli appassionati di ufologia e di archeologia misterica che hanno divorato i suoi libri per tanti anni, destabilizzante invece per i detrattori dei suoi argomenti fantascientifici. Di questo autore di bestseller tanto diffusi negli anni Settanta-Ottanta, la casa editrice Jouvence di Sesto San Giovanni ha ripubblicato a maggio 2020 il secondo dei titoli, I misteri dei mondi perduti. Una ipotesi sull’esistenza di Atlantide (306 pagine), in prima edizione americana quarantotto anni fa.
Nel 1969 aveva esordito con un testo sui misteri di Atlantide e col terzo, il mitico Bermude, il triangolo maledetto, aveva conquistato l’attenzione mondiale e scalato le classifiche di vendita internazionali, dando vita al fenomeno mediatico del Triangolo delle Bermude, lo spazio marino tra le isole caraibiche e la Florida in cui “navi ed aerei spariscono misteriosamente”.
Non staremo a contestare le sue tesi – con il lancio del mito del Triangolo è stato un influencer ante litteram – né a riferire delle risposte della Guardia Costiera americana alle sue osservazioni. Aggiungiamo a puro titolo di curiosità che il “file” Berlitz è all’attenzione del Cicap, l’organizzazione fondata da Piero Angela per demistificare i presunti fenomeni paranormali e le bufale.
Lo scrittore americano, come il nostro Peter Kolosimo, Michael Baigent, Luc Burgin e altre firme note era né più né meno che uno scrittore di fantascienza. Nella “fantarcheologia” rientrano tutti gli autori che propongono teorie alternative ad esempio sui ritrovamenti archeologici particolari e sui presunti contatti alieni delle civiltà remote, che contraddicono quelle ufficiali di pur diverso peso scientifico, senza però che le proprie spiegazioni siano state sottoposte a verifiche puntuali.
Decenni fa, i loro libri hanno alimentato un genere che il mercato editoriale classificava senza ipocrisie come fantascienza, ma che fece breccia nell’immaginario collettivo e anche oggi, nel proliferare dell’antiscientismo e del negazionismo delle verità ufficiali, hanno assunto il valore di un dogma eretico rispetto alla scienza, fanaticamente radicato nei proseliti che si esprimono sui social.
L’italiano Kolosimo era laureato in filologia tedesca, l’azero Sitchin in storia economica, il neozelandese Baigent in storia delle religioni, stessa passione di Erich von Däniken, lo svizzero Burgin è dottore in lettere. Solo studi umanistici, non uno scienziato tra loro, eppure tutti hanno trattato di (pseudo)scienza. A chi nega che Kolosimo fosse in effetti uno scrittore di fantascienza, va ricordato che lo ha riconosciuto negli ultimi anni di vita e che lo sostiene una fonte decisamente autorevole nel campo della scrittura alternativa: il collettivo bolognese Wu Ming, che non avrebbe alcuna ragione per demolire la credibilità di un padre del fantastico qual è stato Peter.
Tornando a Berlitz, nato a New York nel 1914 e morto nel 2003, era nipote del creatore del metodo di apprendimento delle lingue e fondatore delle Berlitz School nel mondo. Dopo 13 anni di servizio attivo nell’esercito USA, cominciò a scrivere libri molto seguiti su misteri e fatti inspiegabili.
Considerava quelle antiche che sono le “inspiegabili civiltà preistoriche”. Aggiungeva che chi è vissuto prima di noi sembra ci abbia lasciato dei messaggi per aiutarci a progredire: grandi e piccole opere e manufatti, reperti che possiamo considerare suggerimenti o, per altri versi, moniti sul baratro verso il quale ci spinge la corsa allo sviluppo senza rispetto per il pianeta.
Dal passato ci giungono avvertimenti? Dobbiamo pensare che Maya, Egizi e altri popoli precedenti abbiano raggiunto livelli tecnologici elevatissimi, per poi precipitare? E da chi avrebbero appreso tecniche, ricevuto materiali e formule per crescere? Da intelligenze extraterrestri, da alieni sbarcati sulla terra nel passato, da esseri provenienti da altre dimensioni?
Ci sarebbero secondo Berlitz archeoritrovamenti inspiegabili o diversamente interpretabili (ecco l’archeologia alternativa). Una “storia perduta” dei primordi dell’umanità, dato che solo il 10 per cento dei documenti dell’antichità è pervenuto fino a noi. Si aggiungono le sempre affascinanti ipotesi di conoscenze trasmesse da cosmonauti del remoto: anche senza strumenti, tutte le civiltà antiche avevano fatto progressi impensabili in materia stellare. La storia dell’astronomia e dell’astrologia va riletta.
Non mancano le “costruzioni impossibili”, rovine di edifici ciclopici in ogni parte della Terra, risalenti a migliaia di anni prima di Cristo. Anche grandi città distrutte o sommerse. Com’è stato realizzato tutto questo, da tecnologie primordiali?
Città scomparse nei mari? Forse interi continenti, dice Charles. Atlantide nel fondo dell’Oceano, intere età precedenti dell’uomo dimenticate, segni che arrivano dal passato: sono pagine avvincenti che piace leggere, tesi intriganti. E come ogni libro del genere è pieno di immagini di antichi reperti e siti.
Occhio ai moniti dai millenni lontani: ricorrono “lampi di luce devastanti”: l’autore non scriveva a caso nel pieno della guerra fredda e del riarmo nucleare.
I misteri dei mondi perduti. Una ipotesi sull'esistenza di Atlantide
Amazon.it: 17,82 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I misteri dei mondi perduti. Una ipotesi sull’esistenza di Atlantide
Lascia il tuo commento