I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo
- Autore: Vladimiro Satta
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2016
Non c’era nessun Burattinaio, e nemmeno un Grande Vecchio. C’era un mondo che implodeva per eccesso di ideologia, e l’Italia forse con lui. Dietro i fenomeni eversivi dei così detti anni di piombo, non c’è mai stata alcuna ingerenza occulta. Semmai l’azione autoctona di architetti della destabilizzazione che da piazza Fontana in poi determina la scelta violenta dei movimenti extra-parlamentari. In altre parole: i “nemici della Repubblica”, come li chiama nel suo poderoso lavoro sul terrorismo Vladimiro Satta (“I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo”, Rizzoli, 2016), a un certo punto erano diventati una legione. Una legione proliferante-operante all’ombra del sottobosco politico italiano e a quel sottobosco-e-basta riconducibile. Note e indici analitici compresi il volume mostra i suoi muscoli, rasente alle 900 pagine.
Proprio la mole la dice lunga sulla capillarità del lavoro di Vladimiro Satta, che dai prodromi della violenza stradaiola di Valle Giulia (1 marzo 1968) afferisce alla scia di sangue della lotta armata. Attraversando in crescendo trame golpiste, gambizzazioni, bombe, sequestri, stragi, attentati. Fino all’attacco diretto al cuore dello Stato del delitto Moro, la pagina in cui - attraverso un lotto di testimonianze quanto meno tardive - la vulgata complottista/dietrologica ha espresso il peggio di sé. Fedele alla sua estrazione di storico e documentarista del Senato, Satta non si lascia tentare da scorciatoie analitiche: se dice sa quel che dice, sulla scorta esclusiva delle prove documentali sulla notte della Repubblica. Lucido nella sua onestà intellettuale è, per esempio, il bilancio di guerra svolto tra le pagine 717 e 719 del libro:
“Tutti gli aggressori della democrazia hanno fallito. Le istituzioni repubblicane hanno vinto, e hanno vinto abbastanza bene, nel complesso (…) Hanno stravinto sul piano politico, in quanto le forze avversarie si sono disgregate e, dopo gli anni Ottanta, non sono mai più state capaci di ripresentarsi con lo stesso grado di consistenza che avevano raggiunto nei così detti anni di piombo (…) Le istituzioni hanno vinto sul piano del diritto, in quanto hanno respinto gli attacchi usando quasi sempre mezzi compatibili con i principi costituzionali e con l’ordinamento giuridico (…) Le istituzioni hanno vinto anche sotto l’aspetto della giustizia, sebbene qui in maniera incompleta. Infatti, i terroristi di sinistra sono stati in larga misura individuati, arrestati e condannati a dovere, i fascisti meno (…) Le istituzioni hanno vinto la guerra, ma i tempi occorsi per debellare gli aggressori sono stati costellati da episodi dolorosi e, perciò, bisogna domandarsi se fosse possibile fare ancora prima e meglio”.
A impilarli idealmente uno sull’altro, i libri sugli anni di piombo sfidano il cielo. Qualcosa di simile (anche per contenuti) alla Torre di Babele. Senza dubbio “I nemici della repubblica” è il libro destinato a dettare sul tema l’ultima parola.
I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo
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Non l’ho ancora letto, ma questa recensione non è certo seria come il libro. E’ piuttosto pretenzioso parlare di ultima parola anziché di verità.