I terroristi della porta accanto
- Autore: Piero A. Corsini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2020
Una sfilza di luoghi. Città. Date. Orari. Fatti. Fatti di sangue: declinazioni topiche del calendario armato degli anni di piombo. Esempio: Roma. 28 febbraio 1978. Il giorno del primo omicidio di Valerio – Giusva – Fioravanti. La vittima si chiama Roberto Scialabba e muore per sbaglio, cioè senza c’entrarci nulla con l’agguato di Acca Larentia di tre anni prima – altro luogo, altra data - che deve essere lavato col sangue.
“Ho tirato fuori la pistola, ho premuto il grilletto, ma il colpo non è partito. Tra il cane e il proiettile forse c’era incastrata della stoffa, o chissà cosa (…) alla fine io riesco a disinceppare la mia pistola, e faccio fuoco”
ricorda a Piero Corsini l’ex NAR, il gruppo di terroristi neri che a destra rivaleggiava in omicidi con le Brigate Rosse. Il saggio è muscolare e attento, una storia trasversale dei Settanta a mano armata, attraverso il romanzo di formazione rivoluzionaria di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Due vite e due facce che non l’avresti detto: buone famiglie, buone ipotesi di futuro borghese. Prima che il furore politico lo consegni al suo destino, Fioravanti recita persino in uno sceneggiato televisivo di buon successo (La famiglia Bonaventura), e poi dopo in qualche film. Terroristi della porta accanto li chiama Piero Corsini: sono loro il collante delle storie sull’eversione di destra che compongono il volume edito da Newton Compton (l’edizione 2020 è aggiornata alle ultime carte processuali). I terroristi della porta accanto. Una storia del terrorismo nero: Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, dai NAR all’ergastolo per la strage di Bologna si intitola in esteso.
Bologna 2 agosto 1980: un’altra data-simbolo nell’almanacco luttuoso dei misteri italiani. Ottantacinque morti, duecento feriti e forse nella fattispecie due capri espiatori: Fioravanti e Mambro da sempre si dichiarano estranei alla carneficina. Non hanno mai abiurato dalle responsabilità morali e materiali delle azioni compiute per i NAR e allora perché in questo caso dovrebbero?.
La storia ci insegna come mandanti ed esecutori delle stragi italiane troppe volte rimangano nell’ombra. Malgrado la condanna definitiva della coppia, la strage della stazione di Bologna potrebbe non costituire un’eccezione. Misteriose presenze e conti che non tornano nella ricostruzione ad hoc (?) dell’attentato. Scrive bene, a pagina 374-375, Piero Corsini:
“Impressiona, nei quotidiani ingialliti in archivio, la crudezza delle fotografie, all’epoca così esplicite, le manifestazioni con le forze dell’ordine in assetto di guerra, gli effetti delle devastazioni, i giovani già pieni di tubi al loro arrivo in ospedale, i morti sull’asfalto. Quelle immagini, trattengono, talvolta, un’ombra di quelle lunghe giornate di rabbia e di paura: sempre, però, esse restituiscono l’assurdità della sanzione di morte. Ma continua a mancarvi ciò che l’ha preceduta, e ciò che l’ha seguita: anche per questo è necessaria la memoria. Ecco perché occorre chiedersi se la testimonianza da consegnare alle generazioni più giovani, e a quelle che verranno, non sia tanto una memoria ‘condivisa’ quanto semmai pacificata, che non perpetui l’odio né la vendetta, bensì ricomponga le antiche contrapposizioni perlomeno nella verità di ciò che accadde (…) Un pericolo s’annida tuttavia in questa ricerca, in particolare per quanto riguarda la strage di Bologna, ed è che chiunque azzardi un interrogativo, o verifichi un’ipotesi, venga subito tacciato di depistaggio, di volere mistificare una verità acquisita in modo definitivo”.
Al netto di ogni ossessione dietrologica (che peraltro non mi appartiene), ritengo che l’Italia dei così detti anni di piombo sia stato lo scenario torbido di trame visibili e invisibili, di cui ad oggi si conosce una storia solo parziale. Per quanto sproporzionata, l’azione eversiva dei gruppi armati di destra e di sinistra sarebbe dunque da leggersi come risposta a una strategia della tensione perpetrata, dalla bomba di Piazza Fontana in poi, da ingerenze occulte internazionali, apparati segreti e strutture paramilitari paralleli allo Stato. Ha dunque ancora una volta ragione Piero Corsini, quando a proposito dell’irriducibilità di Francesca Mambro scrive (pag. 47) che
“quella violenza, la sua violenza e quella dei suoi amici, è ingiustificabile, ma non incomprensibile”.
Alla luce di quanto espresso sin qui, mi auguro che il saggio I terroristi della porta accanto possa ulteriormente servire a chiarire le idee a qualche anima pura: la storia non è mai come ce la raccontano. Malgrado la mole (400 pagine di grande formato, con foto) il volume si legge d‘un fiato e possiede spessore psicologico, i ritmi del thriller e l’accuratezza dei saggi più autorevoli.
I terroristi della porta accanto. Storie del terrorismo nero: Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, dalla militanza nei NAR all’ergastolo per la strage di Bologna
Amazon.it: 11,40 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I terroristi della porta accanto
Lascia il tuo commento