Il 68
- Autore: Guido Viale
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
“Il 68” è un saggio dilatato, storico, ed eterogeneo: contiene frammenti dell’anno prodromo per antonomasia, raccolti e raccontati dal milieu degli eventi. Molto più che un memoriale: teoria e prassi della rivoluzione studentesca-operaista che ha fatto vacillare e sognare il mondo. Lo firma Guido Viale, lo assembla e lo ripubblica con lungimiranza oltre ogni tendenza Edizioni Interno 4. Per tentare di spiegarvelo, comincio a raccontarlo dalla fine: del libro e degli slanci sessantotteschi al tempo stesso.
“Mentre licenzio queste ultime pagine insieme a una parte cospicua della mia vita, la vicenda del rapimento di Moro da parte delle Brigate Rosse sta raggiungendo il suo culmine. I simboli si sostituiscono all’iniziativa di massa, giocando con la vita e con la morte, per dimostrare che la ‘lotta armata’ riesce a colpire là dove il movimento, in tutti questi anni, non è mai riuscito ad arrivare. Lo Stato e le brigate rosse, le due parti in causa di questa vicenda, cercano di inchiodare gli individui, le forze politiche, i movimenti, organizzati e non, le classi, alle immagini che ne hanno costruito in questi anni. Il programma politico del Sessantotto si è fatto spettacolo e ora si ripresenta sullo schermo chiedendo agli spettatori solo più la complicità di un applauso o di un fischio. Un tale diceva che tutti i grandi eventi si presentano sulla scena della storia due volte: prima come tragedia, poi come farsa. Ma non sempre è così. Il primo insorgere di un movimento, per quanto drammatico esso sia, ha sempre l’innocenza di un gioco; la vera tragedia si presenta quando iniziano le repliche” (p. 296).
La citazione è lunghetta ma da mandare a memoria: un’analisi senza mezzi termini. Lucida. Lapidaria. Preveggente. Inoltre dice sul Sessantotto più di qualsiasi apologo e/o condanna a sangue freddo. Guido Viale ha intriso mani e sogni nell’humus sessantottino. Sa, per ciò, di cosa scrive quando scrive di Sessantotto. La tirata fuori dai denti che avete appena letto, segue due scritti (l’articolo Contro l’università e il libro di culto “Il sessantotto tra rivoluzione e restaurazione”) retaggi del “qui e ora” degli eventi; e due interviste sul tema. Il due è un numero che ritorna in questo libro. Anche il lungo Sessantotto italiano in fondo ha vissuto due tempi: il primo sognante-rivendicante dell’assalto al cielo, il secondo anticipatore della deriva armata (certo anche per colpa dell’autoritarismo di Stato e dei disegni eversivi di alcuni suoi apparati deviati). Pungente (e sacrosanto) il saggio di Guido Viale contro il sistema universitario. Solo un stralcio:
“Mentre (…) per gli studenti provenienti dalle classi sociali privilegiate e inserite nella gestione sociale del potere capitalistico, l’Università funziona come meccanismo di cooptazione della classe dirigente, per la maggioranza degli studenti, ferma restando la loro condizione socialmente ed economicamente privilegiata rispetto alla classe operaia, l’Università funziona come strumento di manipolazione ideologica e politica teso ad instillare in essi uno spirito di subordinazione rispetto al potere (qualsiasi esso sia) ed a cancellare, nella struttura psichica e mentale di ciascuno di essi, la dimensione collettiva delle esigenze personali e la capacità di avere rapporti con il prossimo che non siano puramente di carattere competitivo”.
Dinamiche sociali che dal 1968 sembrano guardare dritte ai nostri giorni, dato lo straripamento globale del modello capitalista. Lo sguardo collettivo anti-sistema (se il sistema è subdolamente coercitivo e finto-democratico) è l’eredità più preziosa che credo si possa trarre dal Sessantotto. Questo sontuoso volume di oltre 300 pagine di grande formato ce lo ricorda, grazie anche a un’appendice: 64 pagine a colori curate da Emiliano Sisto, riportante manifesti, volantini, documenti, giornali, copertine di libri topici del periodo. La campagna de Il Manifesto per la scarcerazione di Valpreda, il Vietnam, Pinelli, Lotta Continua, Potere Operaio, Feltrinelli, il fanfascismo, Servire il popolo, Mao, Agnelli ha paura e paga la questura, i versi della resistenza palestinese, Esperienze di lotta politica, nomi, fogli, storie, che hanno scritto e segnato un’epoca. Irripetibile, impetuosa, solidale e poetica al tempo stesso.
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