Il Dio nuovo di Alessandro Sortino

Il Dio nuovo (Rizzoli, 2024) del giornalista, conduttore radiofonico, personaggio e autore televisivo Alessandro Sortino racconta “La storia dei primi cristiani che portarono Gesù a Roma”, come recita il sottotitolo del testo.

“Le vite straordinarie che cerco di incontrare in questo labirinto sono quelle dei primi cristiani, che a Roma abitarono e agirono circa due millenni fa”.

Per il Giubileo del 2025, che avrà inizio con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha scelto questo motto: “Pellegrini di speranza”.
Pensando al Giubileo, Sortino considera la narrazione del presente volume come un pellegrinaggio in cui il protagonista del racconto e il narratore coincidono. Dunque, anche questo libro è un pellegrinaggio, cioè un racconto fatto camminando.
Il narratore, una sorta di detective/pellegrino, e il lettore, viaggeranno in direzione del sepolcro degli apostoli, sovrapponendo i loro passi a quelli dei pellegrini, che a milioni hanno compiuto nei secoli lo stesso percorso. Passeranno anche loro attraverso la Porta Santa delle basiliche dedicate ai santi Pietro e Paolo,

“per scoprire se insieme a quelle ossa, nelle loro tombe, la speranza è piantata o è seppellita”.

I santi Pietro e Paolo, figure fondamentali, sono di religione ebraica, ma considerati periferici pure dagli stessi ebrei. Pietro in origine faceva il pescatore; Paolo, il fabbricante di tende.
Accanto a loro, le persone comuni che ne hanno ascoltato i racconti e si sono fatte battezzare nel nome di Cristo tramandando fino a noi le loro testimonianze e i loro gesti: femmine e maschi, patrizi e plebei, romani e stranieri, schiavi e uomini liberi, commercianti e imprenditori, politici e magistrati. Persone che si frequentavano e si riunivano sentendosi parte della stessa comunità, a prescindere dal ceto sociale o dall’etnia di provenienza. Il cristianesimo dei primissimi tempi era così. La storia di Dio, da Gesù Cristo in poi, abita quella degli uomini.
Quei primi cristiani di cui l’autore vuole seguire i passi nella città di Roma sono autori di un’opera che ancora oggi è alla base della civiltà in cui viviamo: hanno trasmesso di generazione in generazione la loro fede in questo Gesù di Nazareth, attraverso parole e gesti capaci di proseguire e incarnare nel presente le Sue opere e azioni. Queste parole e questi gesti costituiscono le “scritture” e i “sacramenti”. Per tramandarli e compierli, costoro hanno rischiato la vita, spesso perdendola. E in soli tre secoli, a causa di questo loro sacrificio, l’Impero Romano, il più grande e potente di allora, è diventato cristiano. Pietro e Paolo interpretarono il mandato di Gesù, lasciando la loro terra di origine, venendo nella capitale dell’Impero, cioè nel centro del potere che reggeva il mondo.

“Per questo è così importante ripercorrere i loro passi. Per comprendere chi siamo”.

Imperdibile il viaggio-racconto di Sortino per le vie di Roma (Piazza San Pietro e il suo misterioso obelisco, i fori e la Roma di Cesare e Augusto, la Via Appia, la basilica di San Pietro in Vincoli, Santa Maria del Popolo, San Paolo alla Regola, la tomba di Pietro, ecc.), una città che dissimula la sua santità nella perdizione o al contrario la rivela in un labirinto, dove lo spazio e il tempo, il bene e il male, il potere e il martirio che lo contraddice si mescolano di continuo invadendosi.

“Raccogliendoci dentro la basilica, sotto la cupola, ai piedi del baldacchino di Bernini, di fronte alla tomba di Pietro, cioè alla pietra su cui è fondata la Chiesa, dobbiamo scegliere se essere o no una pietra del suo edificio spirituale”.