Il calcio dei ricchi. Si potrà più vincere senza spendere un tesoro?
- Autore: Mario Sconcerti
- Genere: Sport
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2013
Alla domanda del sottotitolo si potrebbe anche dare una risposta affermativa, seppur attingendo a dosi industriali di ottimismo, all’insegna della speranza, verde come la copertina del presente libro. Che il calcio di un certo livello sia sempre più appannaggio di sceicchi, petrolieri, imprenditori dal portafoglio pieno, non è una novità. I diritti televisivi hanno allargato il divario esistente tra grandi e medi/piccoli club. Anche in passato, per la verità, le società più ricche si accaparravano i migliori calciatori sulla piazza, dominando i campionati. Ogni tanto, però, riuscivano a strappare uno scudetto anche squadre meno blasonate e danarose, come Fiorentina, Cagliari, Verona, Sampdoria. Oggi questo è assai più difficile.
Mario Sconcerti, ex direttore del Corriere dello Sport, attuale opinionista del Corriere della Sera e di Sky, ricorda che per vincere bisogna spendere, anche se avere il babbo ricco - come diciamo a Firenze - non assicura certo la conquista di uno scudetto o una coppa. La bravura, in realtà, sta non tanto nello spendere palate di soldi, bensì nel come si spende e si investe. Comunque sia, non esiste ancora una società professionistica vincente senza bilanci in rosso.
L’aspetto finanziario del mondo del pallone, tuttavia, occupa soltanto una piccola parte del saggio. Il resto è dissertazione a tutto tondo sul calcio in generale:
- tattiche e moduli;
- differenze tra allenatori (Guardiola, Mourinho, Sacchi);
- comparazioni tra campioni nostrani (Totti, Del Piero) e fuoriclasse planetari (Messi, Cristiano Ronaldo);
- vicende rugginose mai dimenticate tra Juventus e Inter dopo il marcio di calciopoli;
- la figura dell’arbitro e la recente introduzione del giudice di porta.
Interessante, poi, l’analisi sul giornalismo sportivo in rapporto alla progressiva diffusione delle dirette televisive: fino ad alcuni decenni fa, i cronisti di calcio erano tra i pochi fortunati ad assistere alle partite, diventandone dei veri e propri narratori, calamitando l’attenzione di milioni di tifosi con una affabulazione efficace, incisiva, talvolta immaginifica. Adesso, invece, con i canali satellitari e digitali chiunque può vedere e rivedere con i propri occhi ogni partita fin nei minimi dettagli, e cronisti e commentatori fanno quasi da ornamento di cui, volendo, si può persino fare a meno.
Sconcerti spazia in ogni dove con le sue analisi lucide, ferrate, stimolanti, tanto da rendere il titolo di questo libro riduttivo: si parla infatti di calcio saltando con disinvoltura di palo in frasca, senza seguire un nesso logico; la trattazione risulta appassionante e scorrevole, ma abbastanza disordinata, scritta senza bussola, un po’ random, uno zibaldone di osservazioni e riflessioni.
Al di là di qualche metafora incomprensibile, di refusi attribuibili a distratti correttori di bozze, il nostro opinionista conferma di essere un fine intenditore della materia. Per l’obiettività, la sottigliezza e l’intuitività dei suoi commenti, potremmo definirlo anche lo Stefano Folli del giornalismo sportivo.
Il calcio dei ricchi. Si potrà più vincere senza spendere un tesoro?
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