Il castello di Otranto
- Autore: Horace Walpole
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
Horace Walpole (1717-1797) è stato definito da Mario Praz come “un raffinato principiante”, a voler dire che la sua principale attività non era quella di scrittore. Si dedicò per molti anni alla politica, prima di lasciare gli incarichi pubblici ed occuparsi di letteratura. Compose alcuni volumi storici, un romanzo “Il castello di Otranto” , appunto, e soprattutto un grande numero di lettere, in cui dimostrò di essere un acuto ed intelligente osservatore della natura umana. Il suo più famoso aforisma sull’esistenza è:
“il mondo è una commedia per quelli che pensano, una tragedia per quelli che hanno sensibilità”
a voler indicare che la cultura ha la capacità di farci superare le sofferenze della vita, che i sensi tendono ad amplificare. Il castello di Otranto è stato pubblicato nel 1764 ed è considerato il primo romanzo gotico della letteratura inglese. Walpole fu influenzato da Edmund Burke, il quale aveva introdotto il concetto del “sublime del terrore”, secondo cui ci sono oggetti e situazioni che sono in grado di eccitare l’animo umano, riempiendolo di dolore, orrore e paura; eppure, queste sensazioni così negative, esaltano l’io, elevandolo sino ad uno stato di sublime estasi. Tra questi elementi vi sarebbero gli omicidi, gli amori incestuosi, le presenze spirituali, i labirinti, le rovine, i passaggi segreti: tutto ciò è presente in abbondanza nel romanzo di Walpole.
L’Italia fu la grande fonte di ispirazione dell’autore, in particolare l’Italia meridionale. Si dice che Walpole fu molto influenzato dalle cosiddette “Carceri” di Piranesi, tavole che rappresentavano veri e propri labirinti, con scale, passaggi nascosti e caverne, in cui l’uomo può perdersi e da cui non può fuggire. Secondo il critico Mario Praz, è questo il vero significato del romanzo: l’uomo è sotto il ferreo controllo del fato e di Dio; tra gli umani e le entità superiori c’è un’immensa sproporzione, per cui i primi non possono che soccombere.
Complessa e ricca di colpi di scena la trama. L’autore, per dare veridicità al racconto, afferma di aver trovato a Napoli un vecchio manoscritto, poi tradotto in inglese. In esso si narra la tragica fine di Corrado, principe di Otranto, ucciso da un immenso elmo magico caduto dal cielo il giorno del suo matrimonio. Da quel momento inizieranno una serie di luttuosi e straordinari eventi, che non voglio anticipare.
L’opera risente molto del peso dei secoli, tuttavia, vale la pena leggerla quale testimonianza storica, se non altro per la grande influenza che la letteratura gotica ha avuto e continua ad avere, fino ai giorni nostri.
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Non sono molto d’accordo con la recensione- per quanto bene argomentata- l’opera di Walpole è decisamente sopravvalutata: le scene sono ridicole, i personaggi sono stereotipati, le ambientazioni di cartapesta . L’unico merito è quello di avere dato inizio al filone "nero" della letteratura inglese, peraltro ironizzato qualche anno dopo da Jane Austen. Vale la pena di leggerlo come archeologia del romanzo.