Il cittadino. L’uomo greco
- Autore: Luciano Canfora
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Laterza
Luciano Canfora, noto storico, filologo classico e grecista, ci ricorda in questo libro da titolo Il cittadino. L’uomo greco (Editore Laterza, 2012) che la parola cittadino giunge a noi dal VI secolo avanti Cristo, quando scoppiò un conflitto in molte città greche con gli oligarchi, sostenuti da Sparta, contro le tirannidi sparse nel paese.
Questo avvenimento storico tra Atene e Sparta, quindi contro la tirannia, non durò molto; ma come poteva durare, se gli abitanti ateniesi erano per il dialogo mentre il maschio spartano aveva come prima prova adolescenziale quella di ammazzare un uomo, di diventare forte fisicamente e mentalmente? Anche se gli abitanti di Atene, a noi contemporanei, ci danno l’impressione di persone calme e pronte al dialogo, c’erano delle divisioni tra loro. In primis, il popolo era fatto di lavoratori che facevano più bella la città con il lavoro pesante e faticoso; questi giovani maschi erano d accordo con gli abitanti di Sparta, che trattavano gli schiavi in modo insostenibile, e dunque Canfora deve cambiare la nostra convinzione sui greci, perlopiù non geniali, ma gente che lavorava la terra.
Gli intellettuali nella polis erano pochi, anche se le loro parole erano tenute in grande considerazione. Ma lo studioso, come detto, non era abbacinato dalla “democrazia diretta”. Atene era una città piccola e arcaica, scrive il grecista, e continua:
Non c’è dunque da favoleggiare di una innata spinta dai greci verso la politica.
Addirittura Canfora sostiene che i primi a “inventare” la democrazia furono i persiani, ma erano collocati tra i barbari e, di conseguenza, non legittimati ad avere l’ultima parola. E questo accadeva prima della guerra civile tra Atene e Sparta, che ancora interessa dottorandi e studenti universitari.
Aristotele addirittura dice che ci sono due democrazie: una buona e l’altra cattiva e arrogante. La cosa che lascia allibiti è che tra le pagine di Tucidide, Dario e Platone si discetta di temi che sono attuali ancora. Ma si aprirebbe un dibattito complesso e difficile che chi scrive non saprebbe affrontare, perché la complessità del mondo, sui fatti inerenti le dottrine politiche, non è poi cambiata molto. E questo da secoli.
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