

Il commissario e l’Amor sacro
- Autore: Doron Velt
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Che sia un hobby, un interesse, una passione, sono numerosi i detective di ieri e di oggi a coltivarne almeno uno. A volte è un modo per allentare la tensione e riorganizzare i pensieri, altre è un espediente narrativo per creare un personaggio psicologicamente più sfaccettato o credibile. Gli esempi non si contano: pensiamo ad Agatha Christie, Rosa Teruzzi, Rex Stout, Gianrico Carofiglio, Marco Vichi e Filippo Bini. Miss Marple è appassionata di birdwatching e lavoro a maglia; Libera, la fioraia del Giambellino, si immerge in letture aderenti al suo stato d’animo; con quanta dedizione coltiva le orchidee l’eccentrico Nero Wolfe. E se l’avvocato Guerrieri si sfoga contro il sacco da boxe e il commissario Bordelli non perde una partita della Fiorentina, Bruce Halfold ascolta a palla musica rock ed heavy metal.
Talvolta la passione dell’investigatore di turno, più affine a una vocazione tardiva, diventa parte integrante dell’economia del romanzo. È quanto accade ne Il commissario e l’Amor sacro (Giovane Holden Edizioni, 2024) che segna il debutto narrativo di Doron Velt, nickname di un architetto milanese. Sapete qual è la passione del suo commissario? La scrittura online, che inaspettatamente cambia il suo orizzonte, privato e professionale, e il suo essere.
Prossimo al pensionamento, il commissario Bruno Delano è diventato un mito nell’ambiente per le sue competenze, il fiuto investigativo e una riservatezza proverbiale. Durante una carriera costellata da successi, l’esperienza e la conoscenza del genere umano gli hanno insegnato ad accogliere ogni aspetto del Male con un’attitudine di calma serenità e disincanto, nella consapevolezza che su questa Terra molti non pagheranno mai per i loro crimini. Si diletta a scrivere in rete racconti fantastici o brevi articoli di arte, politica, esoterismo. È stato proprio un saggio di carattere esoterico sul simbolo detto triskell ad attirare tempo addietro l’attenzione di una donna di modesta cultura che, lo scoprirà in seguito, possiede il dono della chiaroveggenza.
Eugenia era una veggente dal potere assoluto: un nome, una foto, un’allusione le rendevano possibile conoscere la storia e il destino di un uomo […] Poteva attraversare senza alcuno sforzo il confine tra il mondo materiale e i mondi sottili.
Tra loro nasce una connessione spirituale, un’affinità elettiva tra due anime che si riconoscono e si prendono cura l’una dell’altra; non è un caso che lei faccia l’infermiera, un professione che implica accudimento, empatia, dimestichezza con la sofferenza e la morte. L’autore definisce questo rapporto “Amor sacro”, un legame indissolubile che non ha bisogno delle parole o delle coordinate spaziotemporali per rimanere vivo.
Negli anni la collaborazione di Eugenia – presente in assenza e viceversa; misteriosa e aperta, dalla forza tutta interiore – permette al commissario di risolvere casi impossibili da decifrare con la sola ratio. A me sembra che Eugenia assomigli a una creatura dal potere salvifico sospesa tra il nostro mondo e altri che solo lei può abitare, una figura non rara nella nostra letteratura.
Questo noir atipico e appassionante ripercorre i casi difficili che il commissario è riuscito a risolvere grazie al dono di Eugenia, tranne uno, e ci mostra un campionario di umanità dolente o alla deriva. Alcuni delitti sono così efferati da essere innominabili, morti sospette fanno il paio con segreti inconfessabili. Nel caso del “killer delle lettere ebraiche” le vittime vengono fatte soffrire seguendo un piano di folle coerenza. Quale regia occulta manovra un racket di mendicanti teso allo sfruttamento degli ultimi?
Ogni volta il commissario Bruno Delano si affaccia sugli abissi della natura umana, schiacciata dal rimorso, dal senso di colpa, dalla vendetta oppure colonizzata dalla devianza, dalla crudeltà e dal Male. La riflessione dell’autore si allarga anche alla Verità, che in alcune occasioni è meglio tacere o aggiustare, perché conoscere la Verità può essere un fardello e una condanna quanto conoscere il Male e si apre al grande mistero dell’esistenza.
Estraneo a facili classificazioni di genere, Il commissario e l’Amor sacro di Doron Velt è un romanzo originale e complesso, che ti coinvolge piano piano in un climax ascendente e si presta a diversi livelli di lettura. L’intelaiatura ricalca il poliziesco deduttivo, basato sulle indagini di un commissario e della sua squadra in una Milano contemporanea che diventa teatro di omicidi particolarmente brutali. Il capoluogo lombardo è presentato con concretezza, come dimostrano i numerosi riferimenti a vie, quartieri ed edifici. Ma l’impronta razionale che nel nostro Paese, salvo rare eccezioni, caratterizza il giallo e dintorni si accompagna in un felice connubio con l’esoterico, il simbolismo, il mistero, l’ineffabile, tutto ciò che esula dalla nostra comprensione o esperienza diretta e che da sempre affascina l’umanità. Con quell’altrove che il poeta Andrea Zanzotto chiama “oltranza”.
Il risultato è un coinvolgimento emotivo doppio sorretto da una prosa misurata, elegante e soprattutto duttile. Per esempio la scrittura si sofferma con uno stile asettico sul disfacimento del corpo, presentato in tutto il suo peso e tutta la sua fragilità quando la vita lo abbandona. Di contro, in merito a Eugenia e Delano prevale la reticenza o una scrittura impalpabile, evanescente e allusiva in sintonia sia con la natura della loro intesa, sia con il piano esoterico. Una lettura interessante e ben scritta.

Il commissario e l’Amor sacro
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Un libro perfetto per...
A chi nel poliziesco e dintorni cerca qualcosa di nuovo lontano dal filone mainstream. Adatto a chi si interessa di esoterismo.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il commissario e l’Amor sacro
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