Il fiore e le spade
- Autore: Alfred Mason
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2018
Alfred Mason, Mason Alfred: su due piedi, nome e cognome non dicono molto. Tanto meno aiuta a inquadrarlo il titolo del romanzo storico pubblicato nel 2018, a sua firma, Il fiore e le spade. È la seconda proposta di un’interessante collana della casa editrice napoletana Scrittura & Scritture, VociRiscoperte, che si è rimessa sulle tracce di libri introvabili, prodotti d’altri tempi che meritano d’essere restituiti ai lettori di oggi.
Che poi si tratti di un romanzo introvabile è fuori discussione. Perfino la sempre provvida memoria googlabile della rete restituisce una sola risposta: un volumetto posto in vendita in un sito di libri d’epoca. La copertina “fa” tanto anni ’50, in effetti l’edizione risale al 1955, immagine e carattere tipografico “sanno” decisamente di tempi andati. Un solo esemplare disponibile: l’indicazione sul sito è una prova ulteriore della rarità del soggetto, pubblicato da un’altra casa editrice, in una collana inaspettata: Biblioteca delle Signorine. Sempre dalla pagina web si apprende il titolo inglese, Clementina, quindi narrativa per ragazze, sostanzialmente.
Passo dopo passo, come in un’indagine poliziesca, ci si avvicina alla data di edizione originale, 1901 e all’identità dello scrittore. Ed ecco la svolta: Alfred Edward Woodley Mason è l’autore di un romanzo storico di guerra e avventura molto noto agli appassionati del genere, tanto più se lo sono anche di cinema. Le quattro piume, best seller assoluto di Mason, ha ispirato diverse trasposizioni sul grande schermo di una storia basata sul riscatto dalla codardia e dal disonore, attraverso una complessa e salvifica prova di coraggio. La vicenda si muove nel pieno della battaglia di Omdurman e della campagna di Kitchener contro i dervisci del Sudan, a fine 1800.
Alfred Mason (1865-1948) è quindi l’autore di romanzi d’azione straordinariamente avvincenti, oltre che uomo politico, militare e ufficiale del controspionaggio britannico in Spagna e in Messico. Nell’intensa attività letteraria si distinse anche per il ciclo poliziesco che aveva come protagonista l’insuperabile ispettore Hanaud, della Suretè parigina. Azione, cappa, spada (nel romanzo Scrittura & Scritture ci spostiamo ai primi del 1700), grandi valori degni della cavalleria medioevale e uno spiccato senso dell’onore. Una storia avvincente, piena di pathos e di cavalcate a rompicollo.
La trama - Italia, 1718: cattive notizie per il cavaliere Carlo Wogan, amico fedelissimo e agente del principe triste, Giacomo Stuart, pretendente scozzese al trono britannico, costretto tuttavia all’esilio. La procura strappata al papa, che acconsente alle nozze dello Stuart con Clementina Sobieska, è diventata carta straccia. Gli avversari hanno mosso le loro pedine sulla scacchiera della storia: la ragazza è stata fermata ad Innsbruck, sulla strada dalla Slesia al Brennero, nel viaggio con la mamma per raggiungere a Bologna il promesso sposo. Clementina ha soltanto diciassette splendidi anni. L’imperatore asburgo Carlo VI, sensibile da Vienna alle richieste di Giorgio d’Inghilterra, ha sventato così il disegno di costruire in Europa un trono molto potente, sul quale far sedere Giacomo. Di rara bellezza, la Sobieska è un gran bel partito, sotto l’aspetto dinastico. È nipote del sovrano di Polonia, cugina dell’imperatore e del re del Portogallo, imparentata con gli influenti elettori di Baviera, Palatinato e Treviri. Vanta perciò una serie di potenziali linee di successione in ampi territori del vecchio continente. Il principe scozzese sembra più disperato che furibondo, pensa con desolazione che nemmeno un esercito potrebbe liberarla, ma l’ottimo Wogan non è dello stesso parere. Anche le prigioni più impenetrabili possono essere violate, lui stesso non ha esitato a forzarle, quando necessario. Lo Stuart è disorientato, altri della sua fazione sembrano fatalisti (per loro si è manifestata la volontà del Signore, contraria al progetto), altri ancora hanno gettato la spugna, non Carlo. La sua spada, il suo onore e tutte le sue capacità sono al servizio di Giacomo, a costo della vita. Clementina va liberata e portata tra le braccia del principe in esilio.
Wogan somiglia a un personaggio dumasiano: uno dei moschettieri del re e con la mente aguzza del conte di Montecristo, a prescindere dalla chiara identità anglosassone, com’è giusto attendersi da uno scrittore londinese. Da solo potrà fare poco, però, ma non ha nessuna intenzione di agire senza la collaborazione di tre uomini in gamba, il fior fiore d’Irlanda, tre ufficiali del Dillon’s Irish Regiment. Sono nel continente, di stanza col reparto nei pressi di Strasburgo, non lontano dopo tutto da Innsbruck, dove Carolina è tristemente reclusa.
Gaydon, Misset, O’Toole, tre come i moschettieri (ci risiamo). Anche qui c’è un conflitto tra cattolici e protestanti: sul trono di Londra c’è un sovrano anglicano, chi aspira a sedervi è un cattolico e chi si è adoperato per fermare la giovanissima promessa sposa è un imperatore cristiano. Paradossi della storia, a Carlo Wogan il compito di risolverli. È capace come pochi, questo è chiaro.
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