Il gioco delle spie
- Autore: Georgina Harding
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2010
Questo romanzo della scrittrice inglese Georgina Harding non fa parte dei bestseller in libreria o sulle pagine dei quotidiani, ma lo meriterebbe. “Il gioco delle spie”, uscito nel 2010, è un libro sulla memoria, sulla famiglia, sulla ricerca delle radici, sulla dolorosa storia europea del secolo scorso, sul ruolo dei cittadini d’Europa nella Guerra Fredda, sulle conseguenze drammatiche che questa ha avuto nei destini delle singole famiglie coinvolte in storie più grandi di loro.
La cosa interessante è lo sguardo da cui tutto questo viene osservato, quello dei due fratelli Peter e Anna, ragazzini di otto e undici anni nel 1961, in un villaggio nella campagna poco lontano da Oxford. Proprio in una giornata nebbiosa di quell’anno inizia il racconto: Anna, infreddolita e ancora assonnata, saluta sulla porta di casa la bella, elegante e misteriosa mamma, Caroline, che esce in automobile nella nebbia fitta della campagna inglese. Non tornerà mai, coinvolta in uno strano incidente d’auto, di cui ai figli viene taciuta la dinamica. Loro padre, il linguista Alec Wyatt, è freddo e distante, non in grado di consolare i due ragazzi, di parlare, di spiegare, chiuso nel suo lavoro. Negli stessi giorni Scotland Yard arresta una coppia di insospettabili cittadini, che in realtà sono spie sovietiche. Siamo negli anni più bui della guerra fredda e la sindrome delle spie domina sulla stampa e nell’opinione pubblica, tanto da influenzare Peter, che comincia a leggere romanzi e documenti sullo spionaggio, convinto che sua madre, di origine tedesca, fuggita misteriosamente a Berlino dalla parte est della Germania (diventata territorio russo dopo la guerra), fosse stata anche lei una spia, eliminata per ragioni politiche. O forse ancora viva sotto un’altra identità.
La storia si fa appassionante man mano che l’autrice ci accompagna nelle fantasie dei due fratelli, tanto che anche i lettori entrano nella sindrome del mistero che ha coinvolto parte delle vicende europee fino alla caduta del Muro di Berlino. La parte finale del libro, raccontata da Anna ormai adulta, in un viaggio nella Konisberg di allora divenuta oggi Kaliningrad, alla ricerca delle origini della sua famiglia, della vera identità di Karoline, sua madre, ci dice delle peregrinazioni di milioni di cittadini che negli anni quaranta e cinquanta del ‘900 hanno dovuto ricrearsi una vita, un’identità, una nazionalità, una lingua.
Romanzo doloroso, pieno di pagine commoventi, di fatti poco noti e soprattutto poco raccontati: il ruolo della letteratura si fa sempre più fondamentale e necessario man mano che la storia si allontana, per continuare a mantenerne viva la memoria.
Il gioco delle spie
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